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Macfrut, grande interesse anche per le castagne. Farneti (Lega): "La montagna non sia trascurata"

“L’agricoltura della montagna può rappresentare un’eccellenza, come abbiamo dimostrato nella recentissima edizione del Macfrut, dove, in particolare, si è svolto il ‘Salone del Castagno’ che ha visto tra i protagonisti la produzione romagnola"

“L’agricoltura della montagna può rappresentare un’eccellenza, come abbiamo dimostrato nella recentissima edizione del Macfrut, dove, in particolare, si è svolto il ‘Salone del Castagno’ che ha visto tra i protagonisti la produzione romagnola, ma servono interventi concreti e non promesse da parte di Provincia e Regione sulla manutenzione infrastrutturale e sul dissesto idrogeologico”.

Così in una nota Ombretta Farneti, presidente del Consorzio ‘Marrone dolce’ di Pieve di Rivoschio, uno dei Consorzi presenti al Salone dove sono stati organizzati incontri sulla castanicoltura, sulle opportunità e sui problemi affrontati dai produttori.

“Gli eventi organizzati sulla castagna, per la prima volta al Macfrut, hanno confermato che i castagneti produttivi in Italia sono fra le specie frutticole più importanti con una produzione di circa 57 mila tonnellate di castagne e marroni nel 2022, raccolti su una superficie di circa 36mila ettari. I numeri, tuttavia, indicano che ci sono ancora ampi spazi di mercato. Le potenzialità e la valorizzazione dei prodotti castanicoli hanno interessato anche il ministro Francesco Lollobrigida a cui ho parlato dei contributi necessari al settore in termini di innovazione, ricerca, incremento della produttività, mentre era in visita accompagnato dall’on. Jacopo Morrone”.

“Queste le opportunità per un prodotto importantissimo per l’agricoltura montana, - commenta Farneti che ricopre anche il ruolo di capogruppo della Lega nel Consiglio della Provincia di Forlì-Cesena – purtroppo ci scontriamo con i ritardi e le disattenzioni delle amministrazioni provinciale e regionale. L’ultima ondata di maltempo ha messo in ginocchio vaste aree del territorio, ma in alcuni casi i danni sarebbero stati minori con una sorveglianza più capillare e lavori di manutenzione realizzati con maggiore perizia. Più di un mese fa ho denunciato i movimenti franosi in atto nell’area della Valle del Savio e del Borello, mentre i 5 milioni stanziati nel 2022 dalla Regione per la montagna non sappiamo ancora dove siano finiti”.

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