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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Patente a punti in edilizia? Confartigianato: "Una batosta da 300 milioni"

"Confartigianato - sottolinea il Gruppo di presidenza -. contesta il provvedimento, giudicandolo l’ennesimo balzello burocratico sulle spalle degli imprenditori edili"

Patente a punti in edilizia: no secco da Confartigianato cesenate. Per le imprese edili, già in serissima crisi sarebbe una batosta da 300 milioni di euro, costosa, inefficace e discriminatoria. "Confartigianato Cesena _ dice il Gruppo di presidenza Confartigianato Federimpresa Cesena formato da Alessandro Naldi, Stefano Ruffilli, Lorenza Fantozzi e Ivano Scarpellini - è contraria all’istituzione di una ‘patente a punti’ in edilizia, misura annunciata dal Governo per gestire la qualificazione delle imprese di costruzioni ai fini della loro partecipazione ad appalti e per accedere a finanziamenti pubblici".

"Confartigianato - prosegue il Gruppo di presidenza -. contesta il provvedimento, giudicandolo l’ennesimo balzello burocratico sulle spalle degli imprenditori edili, che duplica oneri economici e adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti e che alle aziende costerà non meno di 300 milioni di euro. Inoltre il meccanismo con il quale vengono attribuiti i punti della patente penalizza le piccole imprese rispetto alle grandi aziende. Tutto ciò senza garantire maggiore efficienza nella gestione della sicurezza sul lavoro".

"La patente a punti in edilizia - continuano Naldi, Ruffilli, Fantozzi e Scarpellini - rischia di trasformarsi in un nuovo Sistri, vale a dire in un sistema costoso e complesso per le imprese ma inefficace rispetto all’obiettivo che si prefigge. Un adempimento oneroso, inutile e complicato che rischia di dare il colpo di grazia alle imprese del settore costruzioni alle prese con una crisi profonda che, nel 2102, ha provocato la perdita di 122.000 addetti e 61.844 aziende, fra cui varie anche nel nostro territorio".

“La sicurezza sul lavoro – aggiunge il Guppo di Presidenza – non si tutela con la burocrazia. Nel caso della patente a punti, si finirebbe per creare un nuovo ‘carrozzone’ burocratico che appare finalizzato a ‘fare cassa’ sulle spalle delle imprese, drenando almeno 300 milioni di euro, se si sommano gli oneri di iscrizione all’apposita sezione presso le Camere di commercio e le spese per tutti gli altri adempimenti, tra cui la formazione, la dotazione di nuove attrezzature, la nomina del responsabile tecnico.

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