Costruzioni, trasporti, servizi artigiani: "Cresce la concorrenza sleale"

"Oltre alla crisi, ai mancati o ritardati pagamenti, al carico fiscale esagerato uno dei problemi principali che assilla le imprese dell'artigianato del nostro territorio è la concorrenza sleale di chi non opera nel rispetto della legalità". L'Ufficio Studi di Confartigianato ha realizzato un'indagine su dati Istat e Unioncamere da cui emerge che nel periodo in cui l'economia regolare perdeva il 2,4% in termini di valore aggiunto, quella sommersa e illegale è cresciuta dello stesso valore.

"La nostra economia - afferma Stefano Ruffilli, Marcello Grassi e Lorena Fantozzi del gruppo di presidenza Confartigianato - si sta spostando sempre più verso il sommerso  e nel 2014 si è toccata la soglia del milione di imprenditori e lavoratori autonomi irregolari, con un calo del 4,2% , pari a 300mila unità, di quelli in regola che sono andati probabilmente ad ingrossare le fila degli irregolari. Il mercato, purtroppo, non manca: si stima che nello stesso periodo quasi 7 milioni di persone abbiano acquistato beni e servizi in nero (il 13,5% della popolazione sopra i 15 anni, contro la media Ue dell'11%)".

"Chi paga il prezzo di questa penalizzante situazione sono le imprese pulite - concludono -. Anche nel nostre territorio cesenate e provinciale dove si annidano sacche di abusivismo e di irregolarità sommerse. In particolare soffrono le piccole e microimprese, la vera spina dorsale della nostra economia. Oltre il 65% del settore artigiano è vittima di una concorrenza sleale da parte di chi opera nel sommerso  e i comparti più colpiti da questo fenomeno sono quelli di costruzioni, trasporti, servizi e anche ristorazione. Il dato di fatto è inoppugnabile: c'è troppa economia illegale che sottrae reddito e lavoro agli imprenditori onesti e supercontrollati, loro, contro la quale ci vuole tolleranza zero".