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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Villa Silvia, la bellezza ritrovata: restaurato il ritratto di Silvia Pasolini-Zanelli

È prevista per domenica 30 marzo alle 11.30 a Villa Silvia-Carducci la cerimonia di fine restauro di alcune opere che si trovano nella splendida villa settecentesca, ora sede dell'Associazione Musica Meccanica

È prevista per domenica 30 marzo alle 11.30 a Villa Silvia-Carducci la cerimonia di fine restauro di alcune opere che si trovano nella splendida villa settecentesca, ora sede dell’Associazione Musica Meccanica, portato a termine grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Cesena e della stessa AMMI. All’inaugurazione parteciperanno Paolo Lucchi, Sindaco di Cesena, Adriano Gentili, Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Cesena, e la studiosa Antonella Casalboni, autrice fra l’altro del volume Carte d’amore, biografia della contessa Silvia.

Il pubblico intervenuto potrà così tornare ad ammirare i due busti in gesso raffiguranti il conte zio Pietro Pasolini Zanelli, e Marina Sprea, madre della contessa Silvia, e soprattutto il ritratto giovanile di Silvia Baroni Semitecolo, che sposando il conte Giuseppe Pasolini Zanelli, nipote di Pietro, divenne proprietaria della villa di Lizzano che porta oggi il suo nome. L’opera non è datata, ma, vista la giovane età della contessa, si suppone sia stata eseguita fra il 1870 e il 1875, forse proprio in occasione del suo matrimonio nel 1874, negli anni in cui la giovinetta viveva a Firenze con la famiglia. Il quadro è ora di proprietà del Comune di Cesena, facendo parte del lascito della contessa alla comunità cesenate, ma ha un passato avventuroso: trafugato dalla villa durante la prima guerra mondiale, fu occasionalmente ritrovato nel 1939 presso un antiquario ravennate e riacquistato per lire 3.500 dall’Amministrazione comunale.

Restaurato il ritratto di Silvia Pasolini-Zanelli

Il quadro aveva subito danni come fori e tagli, non aveva più la sua cornice e i colori avevano perso l’originale brillantezza. Il restauratore cesenate Gianluigi Romboli ha quindi provveduto, in un mese circa di lavoro, a restituire l’antico splendore all’opera, attraverso lo smontaggio dal telaio, la pulitura e il consolidamento della tela: il risultato sono colori originale, più brillanti, simili a quelli che doveva avere quando venne realizzata. A questo si sono aggiunti lavori di falegnameria, sia sul telaio che sulla cornice del quadro, la quale non è quella originale, dato che fu sostituita nel Dopoguerra. Ma non è tutto. Infatti, Romboli è venuto a capo di una interessante scoperta, ovvero la firma dell’autore, e dopo un lungo lavoro di ricerca e documentazione ha potuto così attribuire l’opera a Michele Gordigiani (1835-1909): noto pittore fiorentino, allievo di Luigi Mussini, compagno di Silvestro Lega e amico dei Macchiaioli. A metà dell’Ottocento Gordigiani riscosse grande successo come ritrattista della nobiltà dell’epoca e presso le maggiori corti d’Europa, e non solo, dato che eseguì persino i ritratti dei sovrani del Siam; nel 1861 ebbe addirittura l’incarico di dipingere il ritratto di Vittorio Emanuele II, e successivamente, fino al 1895, ritrasse tutti i membri della famiglia reale.

Curiosa sorte toccò anche ai busti del conte Pietro Pasolini Zanelli, e della madre di Silvia, Marina Sprea, opera rispettivamente del celebre pittore e scultore cesenate Paolo Grilli, e dello scultore Bortolotti. Pietro Pasolini, zio del conte Giuseppe Pasolini, è uomo noto alla città per i suoi trascorsi in epoca risorgimentale come fautore dell’annessione di Cesena al Piemonte e in seguito come Sindaco della città, carica che ricoprì per due volte (1864-1866, e 1874-1875). I due busti erano appoggiati su un mobile nella camera di Giosuè Carducci, ma un terremoto, negli anni Sessanta, fece cadere un quadro soprastante che li trascinò a terra riducendoli in pezzi. Anche queste opere, dopo un lungo e paziente restauro, anch’esso eseguito da Romboli, sono tornate a risplendere.

Com’è noto, nella villa di Lizzano la contessa Silvia creò un esclusivo circolo culturale, frequentato da noti intellettuali, artisti, musicisti romagnoli e non solo, fra cui Alessandro Bonci, Balilla Pratella, Nazzareno Trovanelli e in particolare Giosuè Carducci, il cui legame con la contessa fu così forte che decise di trascorrere all’interno di questa villa lunghi mesi di soggiorno: ne è testimonianza tangibile la camera da letto del Poeta, tutt’ora intatta e visitabile, assieme al resto della villa che ospita il Museo Musicalia, interamente dedicato – unico in Italia – alla musica meccanica.

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