rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Reddito di cittadinanza, Labruzzo: "Nessun assistenzialismo, avviati 79 Puc. Beneficio revocato per 35 persone"

“L’attuale linea intrapresa dal Settore Servizi Sociali e dall’Asp Cesena-Valle Savio – spiega l’Assessora Labruzzo – è quella di evitare l’approccio assistenzialista e promuovere la crescita individuale, professionale e sociale delle persone"

Tiene banco a Cesena il tema Reddito di cittadinanza con uno scambio di vedute tra l'assessora ai servizi sociali Carmelina Labruzzo e la Lega. “Il modello assistenzialista, tipico di alcuni servizi sociali, non appartiene allo stile del Comune di Cesena e dell’Unione Valle del Savio, che ha invece intrapreso un approccio allo sviluppo umano focalizzato sulle opportunità disponibili per gli individui e basato sulla valutazione di ciò che essi possono effettivamente essere e fare e sull’accompagnamento verso un percorso di autonomia dalle situazioni di bisogno”. A precisarlo è l’Assessora ai Servizi per la Persona e la Famiglia Carmelina Labruzzo rispondendo all’interrogazione presentata dal Gruppo consiliare della Lega riguardante la misura delle Reddito di cittadinanza e la relativa attivazione dei 35 progetti utili alla collettività (Puc).

A fronte di 310 richiedenti presi in carico dal settore, al momento sono 243 (54 le persone straniere e 189 gli italiani) i beneficiari della misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, di cui 79 (presi in carico dal Centro per l’impiego e dal Settore Servizi Sociali dell’Unione Valle Savio) hanno avviato i progetti Puc (strutturati in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il Servizio sociale del Comune). “Si tratta – commenta l’Assessora – di numeri in continua evoluzione perché a cambiare sono le situazioni dei singoli richiedenti. In molti casi infatti la decadenza del beneficio oppure il sopraggiungere di motivi di esonero e di esclusione da questi percorsi, inducono gli assistenti sociali a valutare nuovamente i singoli casi”.

“L’attuale linea intrapresa dal Settore Servizi Sociali e dall’Asp Cesena-Valle Savio – prosegue l’Assessora Labruzzo – è quella di evitare l’approccio assistenzialista e promuovere la crescita individuale, professionale e sociale delle persone, supportandole nell’individuazione di soluzioni autonome ai problemi e accompagnandole verso l’assunzione di responsabilità. È un percorso che necessita di tempi compatibili con un’azione di apprendimento educativo che non può essere solo ‘calato dall’alto’ come regola, ma assunto come stile di vita delle persone stesse, a partire da un’azione formativa e di supervisione sul personale che opera nei servizi sociali. A questo proposito, insieme gli operatori Asp non ci limitiamo a concedere il reddito al richiedente e a presentargli le opportunità di inserimento e formative esistenti, ma entriamo nelle loro famiglie accompagnandole umanamente nella costruzione delle relazioni e nelle genitorialità. Sono 70 i casi presi in carico su questo fronte”.

Ha spiegato ancora Labruzzo: "La vulnerabilità di una persona va oltre ogni aspetto di carattere economico, che comunque assume una importanza assoluta quando questo può contribuire alla ripartenza contribuendo dunque al pagamento delle bollette, di un canone di locazione, e di tutte le spese fondamentali per la persona. Sono diversi gli strumenti messi in campo a favore delle persone e dei nuclei più fragili all’interno dei Patti di Inclusione e tutti richiedono una necessaria relazione con l’utenza, un lavoro “sartoriale”, esiti diversi a seconda dei percorsi attivati, ma tutto nella prospettiva di una capacitazione progressiva delle persone e dei nuclei coinvolti. Tutto questo nell’ambito di un agire più complessivo dei Servizi Sociali rivolto ai nuclei più fragili della popolazione, orientato ai medesimi obiettivi di intervento. La definizione del Patto per l’inclusione, che prevede specifici impegni da parte della famiglia e supporti da parte dei servizi territoriali, richiede sia svolta preventivamente una valutazione multidimensionale finalizzata ad identificare i bisogni del nucleo familiare e dei suoi componenti, tenuto conto delle risorse e dei fattori di vulnerabilità del nucleo, nonché dei fattori ambientali e di sostegno presenti. La valutazione è organizzata in una analisi preliminare, rivolta a tutti i nuclei beneficiari del Reddito di Cittadinanza convocati dai Servizi Sociali, e in un quadro di analisi approfondito, realizzato ove necessario, nel caso ne emergesse la necessità in base alle condizioni complessive del nucleo rilevate attraverso l’analisi preliminare".

"I Servizi hanno comunque svolto controlli per quanto di competenza, e infatti: 35 sono state le revoche del beneficio avvenute, da gennaio 2023 ad oggi, per decadenza a seguito di controlli sulla residenza effettuati dai Servizi Sociali, in collaborazione con il Settore Anagrafe; 24 sono ad oggi i beneficiari segnalati per mancati appuntamenti. È bene ricordare che tutte le persone profilate sono persone fragili, con vulnerabilità significative (chi percepisce il Reddito di cittadinanza senza queste fragilità non è in carico ai Servizi Sociali, ma al Centro per l’impiego). Fra gli impegni previsti per i beneficiari all’interno del Patto per l’Inclusione, vi è la partecipazione ai Progetti Utili alla Collettività (PUC), che coinvolgono anche i beneficiari in carico al Centro per l’Impiego nell’ambito del Patto per il Lavoro. Tuttavia, anche in questo caso si procede di caso in caso dal momento che vi sono situazioni (ben 122 sul territorio della Vallata) che, sulla base di quanto stabilito dalla normativa, ottengono l’esclusione oppure l’esonero".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Reddito di cittadinanza, Labruzzo: "Nessun assistenzialismo, avviati 79 Puc. Beneficio revocato per 35 persone"

CesenaToday è in caricamento