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Cronaca

Omicidio di Giulia, Marisa Degli Angeli: "Basta parlare di fuga volontaria, per Natale vorrei il corpo di Cristina"

Mercoledì sera la mamma di Cristina Golinucci è intervenuta alla trasmissione Chi l'ha visto, sullo sfondo la richiesta di archiviaizione per il caso della giovane di Ronta

Marisa Degli Angeli è intervenuta mercoledì sera a Chi l'ha visto, la violenza sulle donne è tornata prepotentemente alla ribalta con l'omicidio della giovane studentessa veneta Giulia Cecchettin, ad opera del suo ex fidanzato. 

La conduttrice Federica Sciarelli ha mostrato la denuncia di scomparsa di Giulia, "c'è scritto allontanamento volontario, questo non è possibile, bisogna fare una battaglia affinché si inizi ad indicare in questi casi 'causa allontanamento ignota'. "Faccio questa battaglia come mamma di Cristina e per l'associazione Penelope, non si può arrivare a 31 anni senza sapere niente". Anche all'epoca per Cristina Golinucci fu scritto fuga volontaria come pista più credibile, ed è stato mostrato il documento delle indagini in trasmissione.

Questo il pensiero espresso dalla mamma di Cristina: "Voglio giustizia intesa come verità, i primi giorni di scomparsa con chiunque parlavo chiedevo 'chissà se tu sai la verità?', ora questo sospetto è diventato un tarlo". Il fascicolo d'indagine è stato aperto tante volte e poi chiuso, fino all'ultima richiesta di archiviazione.

Il servizio ha ricordato le lacune iniziali nelle indagini "difficilmente colmabili" ripercorrendo la vicenda di Cristina Golinucci: "Le investigazioni sono iniziate solo due settimane dopo la scomparsa della giovane perché all'inizio gli inquirenti pensarono ad una fuga volontaria, poi la scomparsa di Chiara Bolognesi, e anche in quel caso gli inquirenti pensarono la stessa cosa, cinque giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Chiara, e il caso fu chiuso come suicidio".

Le due indagini sono state accostate solo 30 anni dopo. La trasmissione Chi l'ha visto è tornata a quel settembre 1992, l'appuntamento della giovane di Ronta con padre Lino, la ragazza che parcheggia l'auto davanti al convento dei frati cappuccini e sparisce nel nulla. Marisa ha detto: "Per me ha incontrato qualcuno che conosceva bene", e anche Padre Lino trenta anni fa ipotizzò che Cristina possa essere caduta in una trappola di qualcuno.

Il servizio ha poi parlato dei tre predatori sessuali emersi in questa vicenda cesenate ancora irrisolta. Il primo è Emanuel Boke che viveva nel convento dei cappuccini e successivamente sarà condannato per violenza sessuale. Come è noto, l'africano confessò in carcere a Padre Lino di aver ucciso Cristina, ma in un secondo momento, intercettato, non confermò questa versione dei fatti, ora potrebbe trovarsi in Francia. 

Chi l'ha visto ha poi acceso i riflettori su "un infermiere che fu licenziato per problemi di natura psichiatrica, più volte si era presentato al convento dicendo che voleva farsi prete". Ed infine il terzo uomo, che per molti mesi in città ha avuto i fari puntati, piuttosto conosciuto nell'ambiente del volontariato cattolico. Il servizio ha mandato in onda la ricostruzione di ben cinque dichiarazioni di presunte vittime di molestie da parte dell'uomo, che hanno rappresentato la stessa modalità di azione.

Così Marisa: "Non so se Cristina è una vittima di questo personaggio, ma deve comunque essere punito e fermato per questi comportamenti. Bisogna fermare tutta questa violenza, per Natale spero che mi possa arrivare un regalo, sapere dove è il corpo di mia figlia".

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