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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Cesenati all'estero, la storia di Lorenzo: "Ecco come ho aperto tre locali a Mosca"

Dopo la notizia di un cuoco proveniente dalla città dei tre papi che ha fatto fortuna aprendo un'osteria italiana in Australia si sono moltiplicate le segnalazioni di concittadini che si sono trasferiti all'estero. Ecco la storia di Lorenzo, in Russia

Cesenati che si fanno valere anche all'estero. Dopo la notizia, di un cuoco proveniente dalla città dei tre papi, Andrea Riva, che ha fatto fortuna aprendo una raffinata osteria italiana in un sobborgo marittimo di Sidney, si sono moltiplicate le segnalazioni di concittadini che si sono trasferiti all'estero e grazie alla loro operosità hanno ottenuto un successo spesso più difficile da raggiungere se fossero rimasti in Italia. E se l'Italia è universalmente riconosciuta come il Paese del “mangiar bene”, la Romagna e i suoi piatti sono uno dei cuori pulsanti della gastronomia italiana. Anche il cesenate Lorenzo Getti ripropone all'estero i prodotti culinari italiani, questa volta in Russia. Ecco la sua esperienza.

Lorenzo, da quanto tempo si è trasferito da Cesena?
“Sono un giovane imprenditore di se stesso con meno di 30 anni. Già da anni non vivo a Cesena, avendo seguito gli studi universitari in Svizzera, per la precisione Hotel Management, dove mi sono preparato a tutti gli aspetti della gestione del business. Ho anche conosciuto la mia attuale moglie e con lei abbiamo optato per la Russia come posto per vivere, rispetto a Svizzera e Italia. Ora abbiamo una famigliola composta da 4 persone”.

Che attività svolge in Russia?
“A Mosca abbiamo aperto tre concept per ora, con un format molto famigliare e rustico. Ognuno si compone di negozio+caffetteria+cucina, dove il cliente (amico, più che cliente), instaura un rapporto di fiducia che lo porta a tornare diverse volte, non solo per fare colazione, ma per pranzare con i colleghi di lavoro o partecipare ai master class con la famiglia, o ancora per fare lo spesone prima di partire per la dacia (casa di campagna). I russi, diffidenti per natura, sono un pubblico ostile e osservatore. In seguito poi, quando vengono a 'ficcanasare' nella tua cucina a vista e vedono che tutto è pulito e a posto, allora si affidano a te nella maniera più assoluta”.

Si trova bene? Quali sono i problemi che incontra in Russia?
“In Russia mi trovo molto bene! Credo sia il popolo che più mi si addice per il genere di carattere che ho. Naturalmente ci sono anche qui un mare di difficoltà per gli stranieri che si accingono alla cultura russa o si apprestano a spostarsi o iniziare un business in loco, come la lunga burocrazia (quasi come quella italiana o le mafiette locali), ma da dentro ormai non riesco più a constatare questi problemi”.

E' soddisfatto della scelta? Pensa di tornare in Italia oppure no?
“Sono molto soddisfatto della mia scelta e sono veramente preso tra due fuochi perché mentre se da un lato sono contento del  Paese ospitante rispettandone la cultura e la mentalità, dall'altro cerco sempre personale filo-europeo, avendo al lavoro italiani, albanesi, greci, e quant'altro che, come me, sono venuti in Russia per scelta più o meno ponderata. Proprio per tenere questa atmosfera, struttura organizzativa dei negozi, delle caffetterie e delle cucine che abbiamo sempre sugli standard europei ed offrire un servizio quantomeno italiano in tutta la sua forma. Non credo assolutamente nel breve termine di rientrare in Italia, se non per vacanza”.

Cosa le manca della Romagna?
“Della Romagna mi mancano i parenti in primis, poi i panorami delle colline, i profumi dei campi arati, il dialetto simpatico, i modi di fare e di dire unici e naturalmente la pida! Scherzi a parte, la cucina è un fattore importantissimo nella vita di un essere umano, poichè va ad influire sullo stato di salute e sul morale, nonchè sullo stile di vita delle persone. E proprio la mancanza di prodotti italiani veri qui, mi ha spinto in questa avventura entusiasmante che ho appreso insieme alla mia famiglia e ai colleghi di lavoro”.

Come vede la situazione in Italia da così lontano? E quella di Cesena?
“La situazione italiana in questo momento la vedo quasi catastrofica (e lo dice uno che se è andato molto prima che tutto ciò fosse ben visibile) e la descrivo utilizzando una frase di mio cugino David (che vive in Italia, quindi può esprimersi): “mi stupisco come non ci sia mai fine al peggio”. Il fatto di pagare così tante tasse tasse e ricevere così pochi servizi la dice lunga su come il sistema sia marcio dalle sua fondamenta. E più passa il tempo, più mi convinco che la politica sia l'unico e ripeto l'unico cancro di questa Italia talentuosa e sprecata. Con giovani che, giustamente, se ne vanno non a 'fare fortuna all'estero' come una volta, ma a prendersi quello che si meritano, ossia uno stipendio ed uno stile di vita decente, oltre che un posto nella società, per chi ha più possibilità o fortuna, mettetela come volete, nella vita. La Romagna, invece, è uno dei pochi posti cl'à t'in bòta! E mi fa piacere che ci siano aziende più sane rispetto a tante regioni del sud (e qualcuna del nord). Vorrei comunque vedere più solidarietà tra la gente! Credo che la Romagna, come pochi altri posti al mondo, abbia saputo rimanere forte e compatta durante queste crisi, e non credo ci sia bisogno di girarci intorno: la differenza la fa la gente”.

E conclude Lorenzo Gettio: “Il romagnolo è uno di quegli italiani buoni, inventivo e lavoratore che sono le due caratteristiche, insieme alla lealtà che credo facciano la differenza in tutti i campi, soprattutto negli affari! Colgo anche l'occasione per lanciare un grido a tutti i lettori, romagnoli e non, anche a mio cugino David, che vengano a fare un giro in questa bellissima terra russa, che vi saprà dare tanto!”

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