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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Decreto sviluppo, L'Emilia Romagna non applica i nuovi limiti sui nitrati

Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte hanno comunicato al Governo l'intenzione di non applicare i nuovi limiti sui nitrati previsti dal Decreto Sviluppo

Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte hanno comunicato al Governo l’intenzione di non applicare i nuovi limiti sui nitrati previsti dal Decreto Sviluppo fino a quando non sarà stata chiarita la compatibilità della norma con il diritto comunitario e sollecitano il completamento degli studi propedeutici alla richiesta di riperimetrazione delle zone vulnerabili. In una lettera inviata al Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’agricoltura Catania, gli Assessori all’agricoltura delle quattro regioni della pianura Padana hanno chiesto anche di essere attivamente coinvolti nella predisposizione delle risposte che il Governo dovrà dare alla Commissione Europea, oltre che un incontro urgente con il Ministro all’Agricoltura e con il Ministro dell’Ambiente.

Due in particolare le preoccupazioni espresse circa i nuovi limiti sui nitrati previsti dal Decreto Sviluppo in deroga alla normativa comunitaria per le aree classificate come vulnerabili: quella di un danno all’erario in conseguenza di una possibile procedura di infrazione e soprattutto per le aziende agricole il rischio di restituzione dei premi PAC ricevuti. "Segnali precisi e non equivoci  - sottolineano gli Assessori regionali - sono già arrivati da parte della Commissione Europea, prima con una lettera molto dura a firma del Commissario Europeo all’Ambiente e nei giorni scorsi con l’avvio formale di una procedura informativa pre infrazione".

“La posizione delle Regioni dell’area padana – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è unanime e chiara: una cosa è la necessità più volte ribadita dalle stesse Regioni di una revisione dell’attuale perimetro delle zone vulnerabili, un’altra porsi in una condizione di infrazione nei confronti dell’Unione europea”. La riperimetrazione delle zone vulnerabili ai nitrati  - l’attuale risale a molti anni fa  - è una necessità condivisa dalle Regioni padane, oltre che una  possibilità prevista e descritta dalla medesima Direttiva Nitrati. Tra gli studi sul tema quello commissionato a ISPRA dal Ministero dell'Agricoltura e le ricerche prodotte dalle stesse Regioni.

Ben diversa è la previsione, contenuta nel comma 7 quater dell’art. 36 della Legge 221/2012 (Legge di conversione del Decreto Sviluppo), che in attesa di tale riperimetrazione, vengano applicati alle aree vulnerabili gli stessi limiti, molto meno impegnativi, previsti per le aree non vulnerabili. Questa possibilità – spiegano gli Assessori regionali - non è prevista dalla Direttiva Europea, dovrebbe essere approvata dalla Commissione per evitare una possibile procedura di infrazione e, qualora fosse giudicata non conforme al diritto comunitario, comporterebbe l’obbligo, da parte delle aziende agricole che intendessero avvalersene, di restituire i premi comunitari percepiti.

Gli agricoltori non condividono e non comprendono la ragione per la quale la Regione Emilia Romagna ha voluto anticipare il provvedimento che conferma la perimetrazione delle Zone vulnerabili ai nitrati senza attendere l’esito dell’incontro tra le quattro regioni del Nord che nel 2011 avevano unitariamente sostenuto la richiesta di deroga che la Ue ha concesso .  

"Questo provvedimento deciso senza attendere gli esiti del preannunciato incontro tra le quattro regioni del Nord risulta confermare quelle  delimitazioni  ritenute eccessive, per le quali è stato chiesto  una definizione più razionale delle aree vulnerabili ai nitrati e il rispetto dell’accordo Stato/Regioni del maggio 2011 che impegnava i ministeri e le regioni all’aggiornamento delle aree vulnerabili - evidenziano Cia, Confagricoltura e Copagri -. Non siamo stati ascoltati , ma peggio , ci sentiamo presi in giro . E’ inaccettabile che la Regione non ritenga doveroso ascoltare , al di là dei formalismi procedurali delle udienze conoscitive un settore economico che in questa regione ha da sempre tutelato e difeso l’ambiente , basti ricordare che abbiamo per primi adottato la lotta integrata".

"Fa ancora più rabbia leggere sulle pagine dei giornali esternazioni di un Assessore che lancia accuse generiche  contro gli allevatori senza una preventiva verifica - lamentano le associazioni -  Ci dispiace ancora di più constatare che  una regione come l’Emilia Romagna che aveva individuato nella Green economy un elemento di sviluppo per il settore agricolo  , abbia stravolto tale indirizzo emanando atti che hanno calato sulle imprese ulteriori vincoli  senza creare vere occasioni di sviluppo ed occupazione. Da ultimo le modalità di confronto sulla direttiva nitrati ed  aree rete  Natura 2000. Siamo stanchi di non essere ascoltati e per questo siamo costretti a scendere in piazza e dire basta a questo modo di operare".

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