Cesena in piazza per Gaza: "Fermare il massacro dei civili". Corteo per le vie del centro storico
Sabato 2 dicembre è stata fissata una manifestazione pubblica di dissenso rispetto all’uso di armi di ogni tipo verso civili e infrastrutture civili in Cisgiordania e a Gaza
Cesena per Gaza. Sabato 2 dicembre è stata fissata una manifestazione pubblica di dissenso rispetto all’uso di armi di ogni tipo verso civili e infrastrutture civili in Cisgiordania e a Gaza. Partenza del corteo alle 16 dai giardini pubblici per arrivare in Piazza del Popolo.
Spiegano i promotori che si firmano 'Liberi cittadini per la Pace': "Siamo un gruppo di cittadini che dinnanzi all’orrore del massacro in corso nella striscia di Gaza e Cisgiordania, vuole manifestare il proprio dissenso rispetto all’uso di armi di ogni tipo verso civili e infrastrutture civili. Siamo donne e uomini, madri e padri che chiedono il cessate il fuoco e l’invio immediato di aiuti di ogni tipo alle popolazioni colpite e allo stremo delle forze".
"Ciò che sta accadendo in quella parte del mondo è facilmente intuibile dalle immagini che ci vengono trasmesse quotidianamente dalla TV e sui social media. L’Occidente, Italia compresa, ancora non ha preso una posizione netta volta a fermare lo sterminio di civili che si sta compiendo. Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, i bombardamenti israeliani su Gaza, alla data del 23 novembre, hanno causato la morte di 14.800 persone. Tra queste vittime, 4.000 sono donne e 6.000 bambini. I feriti sono 36.000, e quasi tutti gli ospedali nell’exclave palestinese non sono in funzione a causa dei bombardamenti, della mancanza di carburante e della mancanza di medicine e rifornimenti. Le bombe hanno colpito e messo fuori servizio 26 ospedali e 52 centri medici e 56 ambulanze, ad alto rischio di morte si trovano al momento oltre 1.000 pazienti che soffrono di insufficienza renale e più di 2.000 quelli a rischio per il cancro. Mancano acqua e cibo, per una mezza porzione di pane bisogna aspettare in fila dalle 4 alle 6 ore. Più di 46,000 case sono state distrutte, e altre 234,000 danneggiate. 625.000 minori non hanno accesso all’istruzione e il 51% delle strutture educative a Gaza sono state colpite. Le bombe non hanno risparmiato nemmeno il personale delle Nazioni Unite, 108 sono morti nei bombardamenti. Almeno 207 sono i morti tra il personale sanitario e 65 i giornalisti uccisi".
"La fragile tregua di questi giorni sta dando ore di respiro alle popolazioni provate, permettendo l’arrivo a Gaza di cibo, acqua, materiale sanitario e forniture di carburante per gli ospedali. Ma la popolazione non è al sicuro fintanto che l’esercito continua l’assedio alla città e finchè non viene riconosciuta e condannata unanimemente a livello internazionale la portata dei crimini che sono stati compiuti. Chiediamo quindi a tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali di compiere ogni azione possibile per l’immediato stop al genocidio che si sta compiendo sotto gli occhi sconcertati e increduli dell’umanità. Restiamo Umani".