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Welfare, Di Placido (LibDem): "Più libertà e nuovi modelli"

E' necessaria "una revisione delle politiche sociali che tenga conto dei tanti nuovi bisogni e della ristrettezza delle risorse". E' quanto ha ribadito il candidato sindaco dei Liberaldemocratici per Cesena, Luigi Di Placido

E' necessaria "una revisione delle politiche sociali che tenga conto dei tanti nuovi bisogni e della ristrettezza delle risorse". E' quanto ha ribadito il candidato sindaco dei Liberaldemocratici per Cesena, Luigi Di Placido, venerdì scorso nel corso di un dibattito organizzato dal Comitato Paritetico sulle prospettive del welfare locale. Per Di Placido è necessario "un Comune che coordina e lascia libero privato sociale e volontariato di esplicare tutte le grandi potenzialità che hanno già dimostrato di avere, evitando “guerre tra poveri” che penalizzano la giusta retribuzione delle funzioni svolte e quindi la sopravvivenza delle imprese sociali: non basta dire che già oggi il grosso dei servizi non è erogato dal Comune, quello che serve è meno dirigismo".

"Certamente per noi il futuro non è il modello ASP, con una gestione che va dagli insegnanti del Corelli, alle maestre delle scuole materne, alle case di riposo, spesso per non volere adottare scelte coraggiose e aggirare limiti imposti dalla legge", ha affermato il candidato sindaco. "Per noi - ha chiosato Di Placido - i cardini del nuovo sistema dovranno essere la libertà individuale e mobilità sociale basate sulla promozione delle pari opportunità per tutti (accesso alle cure e all'assistenza, welfare to work, servizi familiari e scolastici)". Di Placido chiede "nessun innalzamento dei livelli di imposizione fiscale per finanziare un graduale ampliamento dei nuovi fabbisogni a cui dare risposte".

Quindi occorre il "coinvolgimento dell’autonomia privata a guidare l’erogazione dei servizi parallelamente alla programmazione pubblica, coinvolgendo una vasta serie di soggetti: assicurazioni private, fondi di categoria, fondazioni bancarie, enti filantropici, associazioni e sindacati, fino alle imprese, singole o associate (reti), quello che viene definito “secondo welfare”"; e la "creazione di un vero e proprio “Distretto Famiglia” (rivolto a tutte le famiglie, senza nessuna distinzione), coinvolgendo tutte le risorse attivabili sul territorio per intraprendere un nuovo corso di politiche nei diversi settori d’intervento (casa, assistenza, servizi, tempo libero, lavoro, trasporti ecc.) in cui la famiglia diventa di diritto soggetto attivo e propositivo, in una logica promozionale, non più assistenziale".

"Ciò - aggiunge il leader dei LiberalDemocratici per Cesena - sarà possibile attraverso formule di welfare aziendale e contrattuale intese come strumenti di sostegno indiretto al reddito: forme di flessibilità dell’orario di lavoro (come la flessibilità in ingresso ed uscita, la banca delle ore, l’orario compatto ed il part-time reversibile), servizi di cura per i minori (asili nido, baby sitting, ecc), previdenza complementare all’assistenza sanitaria integrativa, sostegno per le spese scolastiche, servizi assistenziali per gli anziani, finanziamenti agevolati ai “carrelli della spesa “ (buoni spesa), wellness e attività ricreative, finanziamento di corsi per il lifelong learning, assistenza per lavorati immigrati (interfaccia con la burocrazia, corsi di italiano, ricongiungimenti familiari, ecc), ed estensione del telelavoro".

"A questo - ha concluso il candidato sindaco - dovranno accompagnarsi nuove politiche di edilizia sociale con la gestione dell’invenduto attraverso un accordo tra costruttori e banche per abbassare i prezzi di vendita e le garanzie attualmente in essere sugli immobili, e un piano straordinario che parta dalla eliminazione della Variante di Salvaguardia e conseguente stesura di un Programma Pluriennale specifico nel quale inserire le aree i cui proprietari sono intenzionati a vendere o costruire tenendo l’incidenza del costo del terreno a non più del 10-15% del costo finale".

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