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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

"Solidarietà ai lavoratori dell'Ausl Romagna, con soli 5,16 euro sono buoni 'anti-pasto'"

Maurizio Pascucci di Alleanza Verdi e Sinistra Cesena, interviene sulla diatriba buoni pasto per i lavoratori dell'Ausl Romagna

Maurizio Pascucci di Alleanza Verdi e Sinistra Cesena, interviene sulla diatriba buoni pasto per i lavoratori dell'Ausl Romagna: "Siamo a fianco dei lavoratori dell’AUSL Romagna, che stanno sottoscrivendo una raccolta firme promossa dai sindacati per chiedere un aumento del valore dei buoni pasto. L’importo di 5,16 euro deriva dalle vecchie 10'000 lire, quindi invariato almeno dal 2002, non solo non è sufficiente per acquistare un semplice pranzo, ma anche per l’acquisto di un panino. Calcolando solo l’inflazione dall’introduzione dell’euro, quel valore oggi dovrebbe almeno essere aggiornato a 7,77 euro, l’equivalente di 15'045 lire; questo significa che i lavoratori hanno perso negli anni un terzo del potere d’acquisto dello strumento che l'azienda ha messo loro a disposizione per soddisfare il bisogno primario di nutrirsi".

Prosegue la nota: "Noi siamo assolutamente favorevoli all’incentivazione dei buoni pasto, che sono parte del giusto compenso per i lavoratori e uno sgravio contributivo per le imprese. Inoltre è un buon esempio che riesce a coniugare sostenibilità sociale e ambientale: anche se spesi per fare la spesa favoriscono un'economia locale, utilizzabile per i generi alimentari di prima necessità. Se il caso dei lavoratori dell’Ausl è esemplare, che richiede una rapida risoluzione, non sono certo gli unici ad avere diritto all’aumento: riteniamo che al giorno d’oggi un buono pasto debba essere almeno di 10 euro, cifra sotto la quale difficilmente si può sostenere un pranzo dignitoso. Assieme a questo diritto portiamo avanti la battaglia sacrosanta per il salario minimo, che abbiamo proposto in Parlamento e intendiamo imporre anche nei contratti stipulati dalle aziende aggiudicatarie degli appalti dell’amministrazione comunale. L’articolo 36 della Costituzione dice che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".

Prosegue ancora Pascucci: "Si può fare, aprendo le gare d’appalto del Comune solo a chi assicura un salario minimo di 9 euro lordi all’ora, e nell’affidamento di servizi professionali dare più punti a chi paga dignitosamente collaborazioni esterne e tirocini. Il lavoro non è un privilegio, ma un diritto e un impegno che deve essere associato a una retribuzione dignitosa, altrimenti è sfruttamento. Così come spesso è sfruttamento il ricorso ai continui subappalti, che mettono a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori, con risvolti tragici purtroppo quotidiani. Dobbiamo garantire ai nostri figli un futuro migliore di quello che abbiamo vissuto, e questo non è possibile se permettiamo che gli stipendi perdano potere d’acquisto, che la sicurezza venga messa a repentaglio e i diritti vengano calpestati".

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