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Ospedale Bufalini, Pirini (Italia Viva): "Scivola al 71esimo posto in Italia, non può svuotarsi di servizi"

“Da tempo si parla del nuovo Bufalini, indicandone tempi e costi di costruzione, slittati poi sistematicamente. Questa situazione d’incertezza, oltre a far lievitare continuamente i costi, potrebbe condizionare gli interventi al vecchio Bufalini"

“La classifica di ‘Newsweek’ - settimanale americano che, in collaborazione con ‘Statista’, analizza la performance dei migliori ospedali di 30 nazioni fra le più importanti del mondo - ci dice che il nostro Bufalini è sceso al 71° posto in Italia, penultimo anche quest’anno nella nostra grande Ausl Romagna. Pur riconoscendo l’eccellenza di alcuni reparti, crediamo sia giunto il momento di avviare una seria riflessione sullo stato di salute della nostra sanità”. Lo scrive in una nota Italia Viva Cesena che, dopo una serie di segnali sinistri, richiede maggiori attenzioni sulle condizioni attuali dell’ospedale “Bufalini”. 

“Da tempo - spiega il presidente provinciale Tommaso Pirini - si parla del nuovo Bufalini, indicandone tempi e costi di costruzione, slittati poi sistematicamente. Questa situazione d’incertezza, oltre a far lievitare continuamente i costi, potrebbe condizionare gli interventi al vecchio Bufalini, che ovviamente deve rimanere performante fino all’apertura del nuovo ospedale. Al di là di queste considerazioni - prosegue la nota di Italia Viva - il punto è che le liste d’attesa sul nostro territorio permangono troppo lunghe, per alcune specialistiche addirittura 500 giorni!”. 

Secondo Pirini dunque “occorre aumentare il tasso di utilizzo delle strumentazioni e rivedere l’organizzazione delle liste d’attesa, mentre invece troppo prestazioni vengono demandate alle case di cura accreditate. Per quale ragione - si chiede il presidente provinciale di IV - cosi’ tanti medici ed infermieri fuggono dal Bufalini? E’ questione di motivazioni o, magari, non vengono adeguatamente valorizzati nella loro professionalità?”. 

E i quesiti di Italia Viva proseguono: “Sono davvero i CAU (Centri di Assistenza e Urgenza) la soluzione ottimale per una buona sanità? Lo vedremo, ma i dubbi ci sono. A partire dalle autodiagnosi dei cittadini che dovrebbero scegliere, loro stessi, se recarsi al Pronto Soccorso o al CAU…”. 

E Pirini si sofferma proprio sui nuovi Centri di Assistenza e Urgenza, partendo da un quesito: “I professionisti del CAU hanno una specifica formazione? Sessanta ore di formazione bastano per un’adeguata professionalità? E’ ancora presto per dare giudizi precisi ma, ad oggi, non sembra che i CAU abbiano diminuito gli accessi al Pronto Soccorso dove, per altro, i pazienti sono tuttora costretti ad ore e ore di attesa”.

Per il presidente provinciale di IV, dunque, una possibile soluzione per una migliore sanità “deve ripartire dai medici di medicina generale che dovrebbero tornare a ‘fare clinica’, visitando come si faceva un tempo, andando eventualmente anche a casa del paziente. Aspetto sempre più raro…”. 

Italia Viva, in particolare, ritiene che “si debba ripartire dalla Medicina di Territorio”, mentre “l’amministrazione comunale ha il dovere di stimolare sempre di più e meglio la Regione e lo Stato centrale affinché si metta al primo posto la Sanità. E’ su questo tema - conclude la nota - che Italia Viva farà sentire la sua voce perché la salute è un diritto di tutti i cittadini e le cure devono essere sempre garantite in tempi brevi dal servizio pubblico”. 

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