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La nuova Pinacoteca a Palazzo Oir, la Lega: "Il Pd ha granitiche certezze, ma restano grossi dubbi sull'operazione"

“Mentre il PD ha solo granitiche certezze, è da tempo che la Lega avanza più di un dubbio su un progetto che costa circa sette milioni di euro, tra risorse comunali e ministeriali, per riqualificare una struttura dove saranno esposti non più di 150 opere"

"Forse sarebbe stata opportuno qualche riflessione in più. Il riferimento è all’estemporaneo intervento del sindaco Enzo Lattuca in chiusura del dibattito, avvenuto martedì 15 novembre in Consiglio comunale, sulla fase conclusiva per l’approvazione del progetto definitivo della nuova pinacoteca a Palazzo Oir e alle  dichiarazioni rilasciate dal segretario comunale Pd Lorenzo Plumari a sostegno di un progetto che non convince”. Così in una nota i consiglieri del Gruppo Lega.

“Mentre il PD ha solo granitiche certezze, è da tempo che la Lega avanza più di un dubbio su un progetto che costa circa sette milioni di euro, tra risorse comunali e ministeriali, per riqualificare una struttura dove saranno esposti non più di 150 opere tra quelle di proprietà comunale e quelle di Credit Agricole Italia e della Fondazione Cassa di Risparmio. Un numero molto ridotto rispetto al patrimonio pittorico conservato a Cesena. Anche l’assessore alla cultura Carlo Verona ha più volte sostenuto che a Cesena le pinacoteche devono essere due, quella ancora sulla carta di palazzo Oir e quella al San Biagio in via Aldini, a circa 100 metri di distanza, con un patrimonio di circa 300 opere, che, per altro, apre solo in caso di grandi eventi.  Il segretario Pd dimentica, non a caso, che attualmente Cesena offre molto poco al turismo d’arte rispetto alle sue potenzialità. Museo archeologico chiuso ad oltranza, scarsa valorizzazione della Malatestiana Antica e della Rocca, pinacoteca del San Biagio praticamente chiusa, nessuna pubblicità di Cesena città d’arte. La Lega, al contrario, è consapevole della potenziale offerta culturale cittadina. Per questo ha più volte sollecitato la Giunta ad attivarsi e ha continuato a sostenere la necessità di un ‘Museo della Città’ per narrare la storia locale e mettere in mostra, in un percorso completo, le opere delle varie collezioni d'arte locali e gli oggetti e i preziosi reperti risalenti alle fasi più antiche. Il contenitore per il ‘Museo della Città’, il complesso dell’ex convento di Sant’Agostino, è già di proprietà comunale e bene si adatterebbe a un’operazione di rigenerazione urbana di alto respiro, oltre a consentire una razionalizzazione dei costi. Ricordiamo, tra l’altro, che il progetto di accogliere i beni artistici di Cesena nell’ex convento non è nostro ma delle Giunte cesenati pre-2009 che certamente avevano per l’arte e la cultura sensibilità diverse dall’attuale".

"E veniamo alle dichiarazioni del sindaco che non è riuscito a contestare nel merito le critiche delle minoranze sul progetto ‘OIR’, limitandosi a magnificarlo e a enfatizzare il ruolo della Giunta. Si è tuttavia lasciato andare anche a considerazioni poco sorvegliate parlando di ‘Museo della Città’ come di uno ‘zibaldone’ (peccato che tutte le città importanti li abbiano previsti), sostenendo che ‘i musei stipati di roba sono vecchi, non esistono’, che la ‘città non ha mai avuto una grande pinacoteca’ (e il San Biagio?) e invitando chi era intervenuto delle minoranze a ’frequentare la biblioteca Malatestiana oltre che a parlarne’.  Non è un caso se nell’aggiornamento al DUP 2023/25 si legge che la Giunta Lattuca ha altre mire per il centralissimo ex convento di Sant’Agostino. No al ‘Museo della Città’, sì a un futuribile uso per l’abitare sociale”.

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