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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Inps, interrogazione in Regione. Montalti (Pd): "Servizio importante per i cittadini"

"Quota 100 rischia di avere ricadute negative anche nel territorio cesenate, se non si provvede in tempi rapidi a nuove assunzioni e allo sblocco del turnover"

Quota 100, misura operativa dal 2019 (in via sperimentale fino al 2021), consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni. Secondo l’Inps ammontano a 10.336, più della metà (55%) le domande di pensionamento arrivate dagli enti locali (Comuni, Regioni, Province). Segue la sanità, paramedici, amministrativi e tecnici, con 2.023 richieste, che si sommano alle 321 di medici e veterinari. Dai ministeri e agenzie fiscali sono arrivate 1.612 richieste, dalla scuola 240 domande.

“Questa situazione – spiega la Consigliera Lia Montalti, prima firmataria di un’interrogazione in Regione – rischia di avere ricadute negative anche nel territorio cesenate, se non si provvede in tempi rapidi a nuove assunzioni e allo sblocco del turnover. Infatti, da qui al 2021, le sedi dell’Inps distribuite sul territorio di Forlì-Cesena dovrebbero perdere circa quaranta dipendenti. Il problema riguarda il fatto che c’è la prospettiva di rimpiazzare negli organici dell’Inps su scala provinciale meno di un terzo dei quaranta nuovi pensionamenti che si stanno concretizzando. In questo modo – evidenzia Montalti - si può andare verso uno smantellamento dell’agenzia Inps di Savignano sul Rubicone, oltre al rischio con il tempo di mettere in crisi anche la sede dell’Inps di Cesena. Non vorremmo che, anche in questo caso, come in altre situazioni già vissute in passato, si arrivi a concentrare tutta l’attività Inps a Forlì.".

L’ex ministra della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, per trovare una soluzione, aveva prima annunciato lo sblocco del turnover, per poi bloccarlo di fatto fino al 2020 nella legge di bilancio, e non ha cancellato le norme che impediscono di assumere in sanità. Dunque, le persone che andranno in pensione, in maggioranza dai servizi erogati direttamente ai cittadini, non saranno contestualmente sostituite. Lo saranno successivamente, tenendo in conto che per l’indizione di concorsi, senza contare lo scorrimento delle graduatorie, servono tempi lunghi.

“Con questa interrogazione – conclude Montalti – chiedo alla Regione di attivarsi a livello nazionale per cercare di scongiurare la chiusura di tali uffici, al fine di evitare notevoli disagi per i lavoratori, i cittadini e gli imprenditori del territorio. L’obiettivo deve essere quello di garantire un servizio utile ed efficiente, e questo si può fare solo attraverso nuove assunzioni e una sempre maggiore qualificazione del personale".

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