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Cultura, Di Placido (Libdem): "I numeri della Malatestiana sono bassissimi"

""Il numero di visitatori della Biblioteca Malatestiana è assolutamente basso rispetto alle potenzialità della struttura e al percorso che da essa potrebbe partire"

La cultura è un punto di forza della Cesena di domani. Insomma, con “la cultura si può mangiare” secondo quanto dice Luigi Di Placido, candidato sindaco con i Liberaldemocratici e Progetto Liberale. Dice in una nota Di Placido: “Ho avuto il piacere e l’onore di partecipare ad alcune delle sedute del “Gruppo di Santa Lucia” nei mesi scorsi, e devo dire che, così come ebbi allora la sensazione di una iniziativa opportuna e necessaria (alla quale ho cercato di dare il mio modesto contributo), così oggi non posso che confermare di condividere gli assunti principali espressi da Teodorani, Biasini, Poletti, Cavalli. Del resto, le politiche culturali sono sempre state per me oggetto di attività politica, convinto come sono che “con la cultura si mangia”, sempre che si sia in grado di creare le condizioni perché ciò avvenga”.

E illustra: “Il pericoloso isolazionismo cesenate al quale abbiamo assistito negli ultimi anni lo si è riscontrato anche nella cultura, dove sono arrivati a compimento grandi progetti del passato ma non c’è stato il coraggio di dotare la città di una propria personalità che le permettesse di proporsi come riferimento per una offerta integrata ed appetibile. L’esempio più eclatante è senza dubbio l’aver proseguito nella suicida presenza in ERT, che ha annichilito il nostro Teatro Bonci, impedendo politiche di rete con le altre realtà romagnole e il coinvolgimento di attori privati”.

“E anche tutte le realtà cesenati che in questo mondo operano, molte delle quali composte da giovani, hanno risentito di questo fiato corto, di questa visione a breve, incapace di creare un vero “Pacchetto Cesena” capace di unire aspetti culturali, ricreativi, enogastronomici, turistici, in nome della valorizzazione di un territorio ricco di sollecitazioni come il nostro. Non basta un ufficio turistico a fare di una città una città turistica, soprattutto quando alla poca volontà si accompagnano azioni quali l’istituzione della tassa di soggiorno”.

“Il numero di visitatori della Biblioteca Malatestiana è assolutamente basso rispetto alle potenzialità della struttura e al percorso che da essa potrebbe partire, ed è legittimo il timore che l’occasione del suo ampliamento venga colpevolmente persa, se è vero che non si sente l’esigenza stringente di dotarla di un Direttore e di un grande premio letterario con un comitato scientifico di livello.

Del progetto del Museo della città al Sant’Agostino non si sa più nulla: in compenso, sappiamo benissimo che quello che chiamiamo “sistema museale” di Cesena è lontanissimo parente di ciò che una tale definizione richiederebbe”.

“Come per altri argomenti, Area Vasta è solo uno slogan al quale non si riesce a dare conseguenza in termini di azioni concrete: anche la cultura chiede una visione che esca dal ristretto singolo confine territoriale ma, affinché ciò avvenga, occorre che prima ogni realtà sviluppi una propria identità precisa e definita, da condividere con quelle limitrofe. Se ciò dovesse accadere domani, quale identità potremmo assegnare a Cesena? Quale “brand”? Con quale forza e con quali aspetti fortemente caratterizzanti? Compito della politica sarà dare in fretta risposte a queste ineludibili domande, e i tempi faranno la differenza. Le personalità protagoniste di queste coraggiose provocazioni, infatti, pongono un interrogativo: se non ora, quando? Per parte mia ho già anticipato come le politiche culturali saranno un elemento fondante della mia candidatura. La risposta, dunque, per quanto mi riguarda è: assolutamente ora”.

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