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Città delle colnie, il Pd contro Buda: "Ha stravolto il progetto"

Nell’ultimo consiglio comunale alla richiesta di voto del un comma “un’espressione preliminare di assenso” ad una proposta di accordo di programma riguardante l’ambito 1 del progetto “Città delle colonie di Ponente”, il gruppo consigliare del Pd ha prima proposto il rinvio del comma “vista la mancanza di documentazione necessaria per esprimere un parere

Nell’ultimo consiglio comunale alla richiesta di voto del un comma “un’espressione preliminare di assenso” ad una proposta di accordo di programma riguardante l’ambito 1 del progetto “Città delle colonie di Ponente”, il gruppo consigliare del Pd ha prima proposto il rinvio del comma “vista la mancanza di documentazione necessaria per esprimere un parere”, spiegano in una nota, dopodiché, constatato il rifiuto del rinvio da parte della maggioranza, ha ritenuto necessario compiere un atto forte, ossia abbandonare l’aula al momento del voto.

“La delibera è apparsa fin da subito scarna e poco chiara nei contenuti e sugli indirizzi che l’amministrazione sta prendendo in ordine al progetto di riqualificazione urbana di Ponente. - afferma il gruppo consiliare del Pd - Buda annuncia e dichiara che la provincia ha dato il suo assenso quando invece, leggendo la delibera della giunta provinciale, si riscontra una realtà completamente diversa. La provincia, ha sì espresso “…un preliminare assenso ….” all’accordo di programma, ma questo assenso è “….condizionato alla positiva e puntuale risoluzione delle osservazioni espresse nella parte narrativa del presente atto” (la delibera appunto). La Giunta Provinciale ha redatto ben 23 pagine di domande, critiche, eccezioni, dubbi, che di fatto sono una sostanziale stroncatura delle linee proposte dal sindaco Buda, al punto che solo la loro positiva e puntuale risoluzione potrà portare alla sottoscrizione definitiva dell’accordo di programma”. Nella delibera della Provincia si legge che la proposta presenta una configurazione frammentata e non pienamente coerente. Che gli incrementi volumetrici non sono motivati e che nemmeno il premio del 5% è giustificato, si pensi che il sindaco aveva affermato che la vecchia proposta del centrosinistra prevedeva una “spropositata realizzazione residenziale”.La Provincia poi aggiunge che questa proposta vanifica il PSC ed in particolare  quella previsione con orizzonte temporale dei prossimi 20 anni, che prevedeva soluzioni idonee per risolvere le difficoltà di tanti albergatori a riqualificare i loro alberghi situati nella zona di Levante.  Come intende risolvere i problemi di questi albergatori il Sindaco?
Senza contare le indicazioni di tanti studi e ricerche che riportano la necessità di creare maggiori servizi e aree pubbliche (giardini, parcheggi) nella zona centrale di Cesenatico. Su questo tema Il PSC dava concrete risposte, come ad esempio la possibilità di trasferire le strutture alberghiere (con congruo premio di incremento volumetrico), previa cessione delle vecchie aree al comune per realizzare i servizi mancanti nella zona di Levante. Altro punto importante è il nuovo utilizzo della Piazza Marco Polo nella quale l’amministrazione intende concentrare una massa imponente di residenziale.  In parole povere, per chi non l’avesse capito, vogliono cedere la piazza Marco Polo ai privati”. Ecco il punto del gruppo Pd.


“In questo quadro – spiegano i consiglieri - i fatti dicono che l’attuale amministrazione ha letteralmente smantellato l’impianto e gli equilibri su cui si reggeva il Masterplan delle Colonie di Ponente sostituendolo con un progetto o peggio con un’idea di progetto che nessuno conosce ma sul quale si chiede un assenso preliminare. Secondo il Partito Democratico l’area delle Colonie di Ponente è l’ultima grande occasione per cambiare le sorti turistiche della nostra città, un obiettivo raggiungibile però solo attraverso una profonda riqualificazione e trasformazione delle aree dell’intero comparto. Probabilmente si tratta dell’ultima opportunità che abbiamo, per consentire a Cesenatico uno sviluppo turistico di qualità e uno sbocco ai gravi problemi di molte strutture ricettive oggi esistenti in grande difficoltà”, concludono.

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