Cesena Siamo Noi scettica sul nuovo bosco urbano: "E' solo marketing ambientale e spreco di risorse"

Da qualche anno si parla e si progettano «Boschi Urbani». Cesena Siamo Noi ha inserito già nel programma del 2019 un piano di forestazione periurbana tra gli obiettivi principali, proponendo la piantumazione di  150.000 alberi in 5 anni con una progettazione organizzata, col fine di migliorare la qualità dell’aria, contribuire a ridurre le polveri sottili, mitigare il rumore e rendere il paesaggio più bello e fruibile. Martedì 3 maggio, a richiesta di Cesena Siamo Noi e delle altre forze di minoranza, si è svolta la seconda commissione per valutare il progetto approvato dall’amministrazione comunale a fine dicembre 2021 per la realizzazione del bosco urbano nominato “Il Fagiolo” per la sua forma, da realizzare tra via Macchiavelli e la S.S. 726. "E' stato incaricato uno studio di Firenze, il cui costo complessivo ammonta ad una cifra preventivata di 120.000  euro di lavori a cui si sommano 25.000 euro per la progettazione, corrispondente ad un costo di 50.000 mila euro all’ettaro. Ci sembra una cifra eccessiva se si considera che l’impianto di un frutteto specializzato costa circa 45.000", dice il gruppo consiliare in una nota.

"Poteva essere una notizia nella direzione giusta, se non fosse che il progetto, così concepito, ha poco a che vedere con un bosco urbano. Va premesso che i boschi urbani sono strutture verdi di nuova concezione, non assimilabili del tutto a parchi, ma ad aree di vegetazione il più possibile a evoluzione spontanea, inserite in contesti urbani di solito caratterizzate da degrado ed inquinamento diffuso. Sono realizzate di solito con specie in maggioranza autoctone, con fini prevalentemente protettivi e di miglioramento ambientale secondo schemi paesaggistici naturali, molto semplici, con costi di impianto bassi e soprattutto con costi di gestione e manutenzione contenuti e nel tempo quasi nulli" prosegue la nota.

Il gruppo consiliare aggiunge: "Il progetto del comune presenta costi molto alti e contenuti contraddittori sullo stato dell’esistente e discutibili nell’individuazione dell’area e degli obiettivi. Innanzitutto il progetto preliminare non delinea un bosco poiché prevede le tecnologie di un parco, con condotte per la sub-irrigazione interrate mezzo metro sotto terra che si sviluppano per circa 4 chilometri (non quantificate nel computo), con linea elettrica interrata lunga circa 500 metri per il funzionamento dell’irrigazione con un fabbisogno di energia elettrica di 3KW/h., per un costo complessivo (secondo noi esagerato per un tale progetto) di 46.000 euro, vale a dire più di 1/3 dell’intero valore del progetto. Quali saranno i costi di esercizio e per la manutenzione futura?".

E in conclusione: "Ad oggi il progetto preliminare non può neanche contare sulla disponibilità dell’area, in quanto alcune superfici sono ricadenti nel demanio dello Stato. Inoltre, non sembra tenere conto dei muri esistenti, residui di quello che era un tempo il poligono di tiro e di un edificio oggi in stato di abbandono e ricettacolo di rifiuti. Ci si chiede quindi: come saranno trattati i manufatti presenti nell’area che nel progetto non vengono menzionati?  In merito alla natura dei terreni, in un passaggio del progetto si indica che il terreno è “di buona fertilità chimica, moderatamente ben drenato”, mentre in uno successivo si prevede l'uso di macchine agricole, con uno scasso di 40 cm e successiva concimazione, tecniche usate per la realizzazione di colture frutticole. Csn ritiene che un simile progetto innanzitutto non rispecchi i criteri di bosco urbano, ma sia piuttosto un tentativo di dare forma ad un parco/giardino, racchiuso tra strade e ferrovia, in un’area che, se si smettesse di eseguire lavorazioni superficiali o sfalci della  copertura erbacea, verrebbe ri-naturalizzata in maniera spontanea".