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Axel Famiglini si dimette, il Pli perde i pezzi

La scorsa settimana Famiglini ha presentato le sue dimissioni da tutti gli incarichi ricoperti in seno al Partito Liberale Italiano. E' stato segretario comunale a Cesenatico e ha assunto la segreteria provinciale nel 2012

La scorsa settimana Axel Famiglini ha presentato le sue dimissioni da tutti gli incarichi ricoperti in seno al Partito Liberale Italiano-PLI. E' stato segretario comunale a Cesenatico dal novembre 2010 e ha assunto la segreteria provinciale nel luglio 2012. "Ho iniziato questa avventura - dichiara nella lettera di dimissioni - coltivando la speranza di poter fornire il mio piccolo contributo ad un comune sforzo di crescita e radicamento sul territorio nazionale del rinato Partito Liberale Italiano".

"Tuttavia - sempre secondo Famiglini - mentre il sottoscritto e pochi altri nella propria realtà locale di appartenenza con grandi sforzi, sacrifici personali ed economici tentavano di far riemergere dalle ceneri del passato una forza politica sicuramente degna della più grande considerazione storica ma oggi veramente poco conosciuta, altri purtroppo, si astenevano totalmente dal promuovere una politica che fosse rispondente alle moderne esigenze del comune sentire privilegiando poche idee vaghe, peraltro già note e sulla bocca di molti, alcune considerazioni discutibili e in generale proposizioni filosofeggianti e prive di reali contenuti concreti".

Se il congresso nazionale svoltosi nel marzo 2012 crea i primi malumori, le ultime elezioni politiche segnano la chiave di volta che ha portato Famiglini alla rottura con il suo ormai ex partito. "Aver sostenuto con tutte le proprie forze l'azione del governo Monti fino "all'altro ieri" - spiega Famiglini - "averlo poi disconosciuto e "maledetto" a seguito del rifiuto da parte dei rappresentanti delle liste che sostenevano la sua candidatura di offrire "posti sicuri" ad un partito, si dal passato glorioso, ma ora dalle esigue forze elettorali, umane e territoriali, ha costituito per me la prova finale che la dirigenza nazionale di questo sodalizio politico stava conducendo un'azione politico-programmatica che non meritava nè il mio impegno sul territorio e che tanto meno garantiva un riflesso positivo a favore di quei dirigenti locali che comunque nel corso del tempo si erano impegnati anche più del sottoscritto per questo partito".

Infine la goccia che ha fatto traboccare il vaso: "l'ultima nota ufficiale della direzione nazionale, assolutamente priva di qualunque rilevo relativo alle responsabiltà della dirigenza centrale pertinenti la totale debacle del partito alle ultime elezioni politiche a partire dal rapporto con i potenziali alleati fino al voto ultimo, fatto che avrebbe richiesto le dimissioni di tutti i vertici nazionali e l'indizione di un congresso straordinario, mi ha fatto infine convincere a dimettermi da tutti i miei incarichi con effetto immediato e senza appello".

Famiglini conclude dichiarando che, nonostante la fine della sua esperienza politica in seno al PLI, continuerà da liberale per cultura e formazione ad occuparsi dei problemi della sua città convinto che solo un approccio di tipo liberale possa condurre il Paese fuori dalla crisi che ci sta attanagliando da ormai troppo tempo.

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