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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Ausl Unica: "Necessaria per la salvezza delle piccole aziende sanitarie"

Il vice-presidente Guglielmo Russo: “E’ una scelta necessaria, che deve produrre una somma positiva, un di più per i cittadini. Sarà una delle più grandi Asl a livello nazionale"

“Già in passato mi sono espressa a favore dell’integrazione delle 4 Ausl della Romagna, che comporti innanzitutto la concentrazione delle funzioni logistiche, amministrative e direzionali, con conseguenti risparmi di risorse, ma anche la concentrazione dei servizi ospedalieri di eccellenza, così da garantirne i necessari investimenti, la riconfigurazione delle piccole strutture ospedaliere per decomprimere quelle maggiori, la diffusione sul territorio della medicina di base, dei servizi ad ampia richiesta, di quelli capaci di fronteggiare le emergenze e la cura delle malattie croniche, con un’adeguata integrazione con i servizi socio–sanitari ed assistenziali e con una congrua dotazione di organici”, con questa premessa la capogruppo dell’Udc Maria Grazia Bartolomei interroga sull’Ausl unica della Romagna.

In particolare, nel testo si chiede di conoscere “se in proposito è stato predisposto un progetto complessivo a medio termine, con la precisa indicazione degli obiettivi e dei criteri delle scelte e come verranno riorganizzate le Conferenze soci- sanitarie e i Comitati di Distretto, organismi vicini ai bisogni del territorio, così da consentire un’adeguata e democratica futura programmazione, gestione e controllo della sanità su scala romagnola”. Risponde il vice-presidente Guglielmo Russo: “E’ nostro dovere parlare un linguaggio chiaro sulla sanità. La domanda fondamentale: perché questa scelta e perché può dare vantaggi? E’ una scelta necessaria, che deve produrre una somma positiva, un di più per i cittadini. Sarà una delle più grandi Asl a livello nazionale. L’obiettivo è la qualità e la sostenibilità economica. Il quadro per la sanità è drammatico con le risorse in calo, per la prima volta dalla nascita del Servizio Sanitario Nazionale. Alla Regione Emilia-Romagna vengono meno 410 milioni, di cui 60 alla sanità romagnola. L’operazione non deve essere soltanto sui costi, ma per costruire un nuovo equilibrio, mettere in sicurezza la sanità del territorio. Ad ora sono operativi un tavolo politico e due tavoli tecnici per definire l’allineamento dei bilanci, dei patrimoni e delle situazioni giuridiche. Entro il 31 dicembre si fa l’azienda, non si stabiliscono le vocazioni di ogni territorio perché questo piano appartiene alla programmazione regionale e ai territori. Sull’Irst verrà rafforzata la presenza pubblica, con l’ingresso della Regione. In futuro sarà la Regione a stabilire il potenziale di spesa, diventerà un’azienda ospedaliera autonoma come il Rizzoli di Bologna. Voglio però sottolineare che qui non c’è una Regione patrigna che ci sta imponendo la fusione, ma è una scelta autonoma. Qui ci sono 4 Ausl medio-piccole, rischiamo l’impoverimento in quanto ‘costiamo’ di più rispetto alla media regionale. Infine, nel momento in cui abbiamo un unico direttore generale non ammetto spoliazione del territorio. Deve restare quindi il livello di prossimità territoriale della gestione delle conferenze socio-sanitarie”.

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