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Domenica, 28 Aprile 2024
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Spettacolo, via libera al programma triennale

Sì di Pd, Idv, Sel-Verdi, Fds; astensione di Pdl e Lega Nord; no di Udc e Movimento 5 Stelle: l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha approvato il programma triennale 2012-14 in materia di spettacolo

Sì di Pd, Idv, Sel-Verdi, Fds; astensione di Pdl e Lega Nord; no di Udc e Movimento 5 Stelle: l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha approvato il programma triennale 2012-14 in materia di spettacolo, presentato dalla Giunta ai sensi della legge regionale 13/1999. Agli oltre 17 milioni di euro che la Regione investe nel comparto, si aggiungono i finanziamenti dello Stato (27 milioni), dei Comuni (circa 10) e delle Province (800 mila euro), per una cifra complessiva di 55 milioni.

Si tratta di un settore assai rilevante per l’economia regionale: secondo dati del 2009, risultano attive 524 imprese nello spettacolo dal vivo (società, cooperative, fondazioni, associazioni teatrali, musicali e di danza), cui vanno aggiunte 154 imprese di produzione nel settore musicale, altre 136 imprese che operano nella produzione cinematografica e audiovisiva e quelle che gestiscono gli oltre 240 esercizi cinematografici (460 schermi complessivi). Dai dati Enpals 2009, si può stimare che il personale addetto a queste attività sia nell’ordine degli 11mila addetti.

Per il prossimo triennio, la Giunta conferma l’impianto di spesa e gli obiettivi della legge 13. All’approvazione del Programma faranno seguito le convenzioni dirette con i soggetti privati e gli accordi con le Province: finora, circa due terzi delle risorse sono state dedicate ai primi, un terzo alle seconde. Le convenzioni costituiscono lo strumento attraverso cui la Regione attiva un rapporto diretto di negoziazione con i soggetti proponenti, pubblici e privati, sentiti gli enti locali e il Comitato scientifico dello spettacolo; gli accordi, invece, costituiscono lo strumento con il quale Regione e Province sostengono e valorizzano congiuntamente le attività di spettacolo che si svolgono nei diversi territori, e che comprendono sia progetti emergenti che attività consolidate.

Fra i requisiti per accedere ai finanziamenti della legge 13: la presentazione di progetti di attività triennale, avere già svolto per almeno 3 anni attività nel settore dello spettacolo, il rispetto dei contratti collettivi di lavoro, un bilancio finanziario che preveda costi annui non inferiori a 60.000 euro. Nel 2011 sono stati cofinanziati 51 progetti nel settore della prosa, 42 nella musica, 7 rassegne di danza, 118 bande musicali, 6 progetti legati alla cinematografia.

Dai 10 milioni di euro stanziati nel 2000, la Regione è salita a oltre 17, a fronte di una costante diminuzione dei trasferimenti statali. Le difficoltà del settore sono aggravate dal fatto che nel 2011 solo quattro Province (Rimini, Bologna, Reggio Emilia e Ferrara) hanno mantenuto la cifra stanziata nel 2010; rispetto alla popolazione residente, la Provincia di Rimini è quella che investe di più, all’estremo opposto la Provincia di Modena.

La Giunta conferma sul 2012 le cifre stabilite nel 2011, con una diversa organizzazione contabile: 800.000 euro in più transitano sulla legge 13, la medesima cifra viene tolta alla legge 37/1994 (“Norme in materia di promozione culturale”), a conferma del consolidamento di una serie di soggetti attivi sul territorio regionale.

Il dibattito - Preannunciando il voto di astensione del suo gruppo, Andrea Pollastri (Pdl) ha segnalato il rischio che la crisi in corso possa ridurre drasticamente le forme di sostegno e sponsorizzazione da parte dei privati; ha definito apprezzabile l’impegno finanziario della Regione e chiesto di porre maggiore attenzione al recupero e alla promozione delle tradizioni culturali di questo territorio, privilegiando le esperienze autenticamente emiliano-romagnole.

Per Roberto Piva (Pd), è molto importante la conferma dei finanziamenti regionali per il prossimo triennio, dopo la costante crescita avvenuta fra il 2000 e il 2011; sarà cruciale sviluppare il coordinamento con i territori e in particolare con le Province, vista la forte differenza di investimenti diretti da parte di questi Enti.

Anche Andrea Leoni (Pdl) ha sottolineato la notevole diversità di risorse impegnate direttamente dalle Province, affermando che questo richiede un ripensamento dell’azione di governante finora sviluppata dalla Regione, affinché appaia chiaro che tutti gli Enti pubblici remano nella stessa direzione.

Thomas Casadei (Pd) ha voluto evidenziare l’approccio sistematico (non frammentato e settoriale) di questo programma triennale per lo spettacolo; un approccio che coglie il doppio valore, per la qualità della vita e per lo sviluppo economico, di questo “sistema” produttivo, così consistente in termini di soggetti attivi e lavoratori occupati. Merito della Giunta, ha concluso, è continuare a investire sullo spettacolo per garantire la qualità della crescita e la tenuta della coesione sociale.

Preso atto degli incrementi dello stanziamenti previsti dal programma per lo spettacolo dal vivo, Stefano Cavalli (Lega nord), ha sottolineato la preoccupazione che tali risorse vengano spese, evitando sprechi e scelte di favore. In tal senso – ha detto –occorrerà vigilare perché l’offerta culturale in Regione si mantenga vivace e pluralista. Come esempio virtuoso di utilizzo di fondi regionali associati ad altri (pubblici e privati), Cavalli ha anche fatto riferimento alla felice esperienza del Bobbio Film Festival, definito come un modello da esportare.

Franco Grillini (Idv) ha espresso parere positivo del provvedimento nei limiti di un allocazione di risorse giudicate tuttavia esigue, specie in una realtà come la nostra, che è in vetta a tutte le classifiche sui consumi culturali. A suo parere, le risorse andrebbero ricalibrate, avviando una riflessione su come spendere meglio i soldi investiti nel settore, facendo sì che il patrimonio esistente continui ad esistere e a crescere anche attraverso nuove forme di gestione e organizzazione. Ha poi lanciato un appello per la valorizzazione della danza, il settore che ha riceve minori finanziamenti, e per il sostegno alle sale cinematografiche dei piccoli centri, anche grazie alle opportunità che oggi possono offrire le nuove tecnologie digitali.

Critiche da Giovanni Favia (Mov5stelle), secondo il quale le risorse messe in campo dalla Regione sono insufficienti. In particolare Favia si è poi soffermato sul tema della valorizzazione del cinema: in una regione che ha dati i natali a personaggi come Fellini, Antonioni, Bertolucci, Zavattini, Pupi Avati ha detto di non poter accettare che il cinema di finzione non venga sostenuto. In proposito, ha avanzato la proposta di creare una scuola civica di cinema per far crescere autori, e uno sportello che faciliti l’accesso a un circuito di festival internazionali.

Da Marco Barbieri (Pd), è venuto un pieno apprezzamento per un programma con il quale la Regione aiuta a far crescere una realtà importante come lo spettacolo dal vivo, con una capacità di spinta e coordinamento rispetto ad una grande ricchezza diffusa su tutto il territorio; a suo avviso, non bisogna pensare che una legge specifica si occupi di tutto, c’è un problema di contesto.

Opinione negativa è stata invece espressa da Silvia Noè (Udc), a giudizio della quale sul programma grava pesantemente l’ipoteca del sostegno alla Fondazione Toscanini. C’è stato uno sforzo per aumentare le risorse su questa Legge, ma sui circa 17 milioni di stanziamento quasi 5 vendono destinati alla Toscanini, senza contare le ripercussioni che quella gestione può avere nell’ambito più generale della musica in Regione, dove altre importanti realtà di livello internazionale stanno operando (dalla Mahler Chamber Orchestra all’Orchestra giovanile Cherubini, dall’Orchestra Mozart all’Orchestra del Regio di Parma). Finora si sono così impegnate risorse molto ingenti, drenate alla cultura che merita sostegno in tutti i suoi ambiti: cinema, danza, musica, teatro.

La replica dell’assessore

L’assessore alla Cultura, Massimo Mezzetti, nel ribadire la grande rilevanza che il settore dello spettacolo dal vivo ha assunto in questa regione (un solo dato: 70 biglietti ogni 100 abitanti, rispetto a una media nazionale di 55), ha ricordato che il programma prevede, con lo spostamento di risorse dalla legge 37 alla 13, il sostegno a ulteriori soggetti che hanno negli anni acquisito una fisonomia di maggiore robustezza: con una filosofia di fondo che consiste nel non consentire più un doppio binario di finanziamento imputabile alle due diverse leggi.

A fronte delle critiche sollevate sui finanziamenti all’Orchestra Toscanini, l’assessore ha dichiarato la disponibilità a ragionare complessivamente su una riorganizzazione delle orchestre che operano in regione. In particolare, Mezzetti ha riferito l’intenzione, in precedenza manifestata anche da Comune e Provincia di Parma, di arrivare ad un superamento del “doppione” rappresentato dall’Orchestra del Teatro Regio: un tema delicato, che coinvolge direttamente un consistente numero di lavoratori in questo momento difficilmente collocabili sul mercato. Per quanto riguarda la valorizzazione della produzione cinematografica, l’assessore ha parlato di un’ipotesi attualmente allo studio per realizzare, anche con il sostegno degli assessorati alle Attività produttive e al Turismo una Film Found Commission.

Dichiarazioni di voto

Marco Lombardi (Pdl) ha definito quello del suo gruppo un voto di astensione e di attenzione su come verrà attuato questo programma. Di fronte alla crisi e alla necessità di selezionare i finanziamenti, la Regione ha scelto come fece il governo Berlusconi, privilegiando il criterio della professionalità dei soggetti da sostenere. Deve imporsi una nuova priorità: una regione turistica come questa deve saper veicolare di più la propria immagine attraverso il cinema.

Nonostante gli apprezzabili impegni assunti dall’assessore, Silvia Noè (Udc) ha ribadito il voto negativo, per la mancanza di scelte concrete sull’esorbitante finanziamento che continua a essere garantito alla Fondazione Toscanini.

Per Giuseppe Pagani (Pd), si è trattato di una discussione in controtendenza rispetto a quanto disse un ministro, secondo il quale con la cultura non si mangia. L’esperienza di questa Regione dimostra il contrario: la cultura si configura come una particolare forma di welfare che rafforza le comunità territoriali. Pagani ha altresì espresso soddisfazione per il voto di astensione di gran parte delle forze di opposizione.

 

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