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Economia San Mauro Pascoli

La Camera di commercio passa ai raggi x i problemi del calzaturiero: in 5 anni -23% di imprese attive

Nel quinquennio 2018-2023 il settore ha registrato una diminuzione delle imprese attive del -23,4% e delle localizzazioni del 11,2%. nell’ultimo anno, le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni, in provincia di Forlì-Cesena, sono aumentate di +120%

In occasione della Giornata del Made in Italy, nella sede della Camera di commercio della Romagna si è tenuto un incontro, convocato da Carlo Battistini, presidente dell’ente, con le principali associazioni di categoria a cui aderiscono le imprese del comparto calzaturiero. Un tavolo di lavoro a cui hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni Confindustria Romagna, CNA Forlì-Cesena e Confartigianato Cesena.

La giornata nazionale del Made in Italy è stata istituita dal Mimit per celebrare creatività ed eccellenza, promuovendo il valore e la qualità delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani e per sottolineare il ruolo sociale ed economico delle imprese che operano in questo ambito strategico per il Paese.

Il comparto calzaturiero, nei nostri territori è principalmente localizzato nell’area dei comuni di San Mauro Pascoli, Gatteo e Savignano sul Rubicone; un distretto storico che ha prodotto ricchezza e generato competenze nel tempo.

Nel quinquennio 2018-2023, però, ha registrato una diminuzione delle imprese attive del -23,4% e delle localizzazioni del 11,2%. nell’ultimo anno, le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni, in provincia di Forlì-Cesena, sono aumentate di +120%.

La variazione del valore della produzione del 4° trimestre 2023 è di -29,8% rispetto all’analogo periodo del 2022, mentre la variazione media annua 2023 su quella 2022 è del -12,2%.

Il tavolo ha messo in evidenza le criticità che il comparto sta attraversando, con una lettura strutturale del fenomeno. La congiuntura internazionale incide negativamente sul settore e le tensioni geopolitiche hanno compromesso rapporti storici con alcuni Paesi, ma lo fanno anche i cambiamenti culturali, di consumo e i mercati di destinazione.

Sono emerse anche preoccupazioni dal punto della tenuta sociale del territorio perché il comparto assorbe molta forza lavoro specializzata e la perdita di occupazione genera un forte impatto su famiglie e società.

Le associazioni hanno riportato anche il timore che si disperdano le elevate competenze della manodopera, le capacità e competenze professionali acquisite in tanti anni di attività e linfa vitale per il settore. Così come hanno evidenziato il forte rischio che per ogni azienda che chiude non ce n'è un'altra che apre.

Il tavolo ha condiviso di affrontare in modo unitario la situazione, affidando alla Camera di commercio il ruolo di coordinamento del gruppo nei confronti di Regione e Governo per individuare misure e strumenti idonei.

Va tenuta alta l'attenzione sull’intero comparto, che ha importanti distretti anche in altre regioni, per questo occorre che la crisi sia gestita a livello di sistema Paese. Serve un piano straordinario di supporto alle imprese, che preveda azioni di sostegno: ammortizzatori sociali per i lavoratori, ma anche un percorso di investimenti per l’innovazione e per la “lettura” dei mercati.

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