Al Bonci "Ivanov" secondo Filippo Dini: il miglior Cechov fra tragedia e farsa
Si annuncia con due dei maggiori premi teatrali italiani (Le Maschere del Teatro 2016 per la regia, Premio della Critica ANCT all’attrice Orietta Notari) e una rassegna stampa invidiabile: Ivanov di Filippo Dini, finalmente anche a Cesena, sarà in scena al Teatro Bonci da giovedì a domenica, per la stagione prosa. Prodotto da Fondazione Teatro Due e Teatro Stabile di Genova, lo spettacolo vanta un cast “in stato di grazia” che si muove in scena come un corpo unico, recitando per quattro atti con naturalezza e humor: la scoppiettante regia di Dini (anche sensibile protagonista, già apprezzato a Cesena ne Il discorso del re), orchestra magistralmente otto attori in un gioco pieno d’azione, in perfetto equilibrio fra tragedia e farsa.
Inizia con un lungo tramonto che cala sulla platea, con il pubblico a fare da paesaggio per il primo atto: la scena d’apertura immette direttamente nel cuore della vicenda immaginata da ?echov, che, nella prima delle sue opere teatrali, scritta all’età di 27 anni, racconta l’ultimo anno di vita di un uomo fallito, alle prese con la propria incapacità di vivere. Intorno si muove una società priva di ideali e senza prospettive, un microcosmo di figure grottesche condannate all’esistenza. Ivanov, chiarisce il regista, incarna “la fine di ogni amore, non disillusione o delusione, ma la fine di ogni amore, per le leggi umane e divine, per gli uomini, per gli ideali, e quindi la fine di ogni speranza”. Nell’affresco di un’umanità sull’orlo del baratro emerge la bruciante attualità di questo testo presago di una catastrofe, le rivoluzioni europee che di lì a poco spazzeranno via tutto il mondo conosciuto fino a quel momento. E di questa umanità al crepuscolo Ivanov è il virus letale, il tarlo che distrugge tutti i valori condivisi e trascina gli altri personaggi nella paralisi mentale.