La favola di pace de"I bambini del soldato Martin": Matteo Incerti presenta il suo libro a Gambettola
La favola di pace della incredibile vita del veterano quasi centenario Martin Adler e dei tre fratelli Naldi salvati e fotografati nel 1944 sull’Appennino bolognese e ritrovati a Natale 2020, arriva a Gambettola. Lo fa con la presentazione del libro "I bambini del soldato Martin" (Corsiero editore), scritto da Matteo Incerti già autore del libro "I pellerossa che liberarono l'Italia", che narra le gesta dei nativi che combatterono il nazifascismo in Italia presentato lo scorso anno a Gambettola.
Il libro è tra i vincitori dell’edizione 2021 del premio nazionale di Storia Monte Carmignano per l’Europa. L'evento che si svolgerà venerdì 5 novembre alle 20.45 alla Sala Fellini è organizzato da Anpi Rubicone e Comune di Gambettola (Fc) e vedrà la partecipazione dell'autore Matteo Incerti e interventi di presentazione di Luca Bussandri presidente Anpi Rubicone, Letizia Bisacchi sindaco di Gambettola e Miro Gori presidente Anpi Forlì-Cesena. Durante la serata verranno proiettate decine di foto scattate da Adler durante la campagna d'Italia nel 44-45 e presenti nel libro e video interviste inedite.
TRAMA - Martin Adler è un giovane americano, figlio di immigrati ebrei ungheresi; poco più che ventenne decide di arruolarsi e partire per combattere il nazifascismo in Europa. Prova sulla propria pelle l'odio razziale da parte di alcuni commilitoni, ma non demorde e nel 1944 sbarca alle pendici del Vesuvio. Diventa parte della compagnia D del 339° reggimento, una squadra da combattimento con armamento pesante: mortai, cannoni e mitragliatrici. Avanzando verso nord, dapprima sulla linea Gustav e poi sulla linea Gotica, diventa un cecchino, perdendo la propria innocenza. Martin, tuttavia, esorcizza l'orrore della guerra scattando centinaia di fotografie e disegnando cartoline, che spedisce alla famiglia in America. Nei pressi di Monterenzio, nel bolognese, si fa ritrarre in uno scatto che, alcuni decenni dopo, ha fatto il giro del mondo: il soldato è insieme a tre bambini, che la madre aveva nascosto in una cesta di vimini, per proteggerli dai tedeschi. Quell'incontro rimane impresso in modo indelebile nei suoi ricordi e, grazie a un appello lanciato sui social network, Martin Adler riesce a realizzare il desiderio di ritrovarli. Sarebbe, però, un errore pensare che la sua storia, durante la campagna d'Italia, sia tutta qui. Martin è un uomo che ha cercato la leggerezza anche nelle situazioni più drammatiche, regalando sorrisi e "cioccolata" da Napoli al Trentino, realizzando persino un vino "da trincea". Una volta rientrato in America, ha lottato appassionatamente per i diritti dei più fragili. «Sono felice, di non aver premuto il grilletto quel giorno di ottobre del 1944 nella valle dell'Idice sull'Appennino bolognese. Invece di uccidere, scattai una fotografia e ora mi accorgo che non solo salvai tre bambini, ma tutte le persone che sono nate grazie a quel gesto. Nate proprio da Giuliana, Mafalda, Bruno, diventati madri, padri, nonni e bisnonni. Come me. Ecco l'importanza generazionale di un piccolo gesto di vita [...] Per tutta la vita, nel mio piccolo ho cercato di trasmettere quello che questi volti sconosciuti, immortalati tante volte dalla mia 35 millimetri, proprio come quelli di Bruno, Mafalda e Giuliana, mi hanno insegnato. Dona, senza chiedere nulla in cambio e riceverai vero amore»