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Politica è...

vignetta-tessarini-5-marzo-2012“L'uomo è per natura un animale politico”, scriveva Aristotele, volendo intendere che l’essere umano è naturalmente spinto ad incontrare i suoi simili e a condividere un territorio, delle regole, ma anche dei bisogni e delle aspirazioni. In altre parole, una persona agisce politicamente per il solo fatto di trovarsi in una comunità. Poco importa se questi rivesta incarichi istituzionali, se non si interessi affatto di questioni pubbliche o se decida addirittura di abbandonarla per rifugiarsi in un eremo. Questa semplice spiegazione, secondo me, racchiude il concetto di Politica. Ma la percezione degli italiani, in linea generale, è ben diversa, dato che è ritenuta una cosa noiosa, un’attività pressoché inutile, un interesse sterile e fine a se stesso. Non aggiungo altro….

“Fare politica” non significa (soltanto) fare il politico! Nondimeno questo è il messaggio che è stato mandato indebitamente proprio da coloro che incarnano e trovano la loro ragion d’essere nella politica comunemente intesa: i partiti. Facciamo la prova del nove? Proviamo con il metodo dell’associazione delle idee: se io pronunciassi la parola “politica”, che immagine comparirebbe nella vostra testa? Basterà un istante perché compaiano immagini del Parlamento, del Primo Ministro, delle interminabili tribune elettorali, dei titoli sensazionalistici dei giornali, degli scandali nella storia della Repubblica, ecc. Non è vero? Una congerie di fatti, immagini e parole riconducibili alle alte sfere del “potere”, al “Palazzo”. Da qui, una domanda è opportuna: la politica è ostica in sé oppure è stata resa ostica? Detto diversamente, è una questione di merito o di metodo?

Ciò premesso, è interessante osservare come invece ognuno di noi agisca ogni giorno politicamente senza rendersene conto. Fare politica, infatti, significa fare una scelta a seguito di un confronto di idee, di opinioni, di programmi. Significa schierarsi ed agire in una data direzione. Quindi la gestione del territorio nazionale, la formulazione delle leggi, le scelte delle Amministrazioni, il dialogo con i gruppi di interesse e altri argomenti a tutti noi noti sono semmai lo sviluppo dell’azione politica da parte di attori istituzionalizzati, non il suo cuore. Il cuore consiste nella partecipazione del singolo ovvero il semplice occuparsi della cosa pubblica: leggendo i giornali, inviando una lettera al Sindaco, segnalando un guasto o un cattivo servizio all’Autorità competente, criticando il Governo, ma anche rispettando le regole, applicando un valore universale sul lavoro o a scuola (giustizia, equità), perorando una causa (la chiusura di una centrale nucleare, la costruzione di un parco giochi), facendo il bene comune (insegnare ad un bambino di gettare una cartaccia nel cestino anziché per terra), sostenendo apertamente la propria posizione parlando, scrivendo o manifestando in piazza. Come in un albero, in cui i rami e le foglie vivono grazie alle ben più numerose e profonde radici nel terreno, così la politica, comunemente intesa, si esplica nelle istituzioni grazie ai milioni di cittadini che, senza gli onori della scena, la mettono già in pratica ogni giorno.

Un altro esempio? Qual è il modo più concreto di agire politicamente se non quello di pagare le tasse?

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