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Doppio riconoscimento sul territorio nella guida Osterie d'Italia: conferma per la chiocciola di Slow Food e un premio speciale

Tra i riconoscimenti assegnati durante la presentazione, è stata un’osteria romagnola ad aggiudicarsi il Premio Miglior Giovane Vittorio Fusari Franciacorta

28 osterie in guida di cui 13 novità e 21 Chiocciole: questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia. Torna lo storico sussidiario del mangiarbere all'italiana: presentata al Teatro Elfo Puccini di Milano il 23 ottobre la trentaquattresima edizione di Osterie d'Italia racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia, in una rete fitta e capillare.

Il volume, vede per l’edizione 2024 l'importantissimo riconoscimento nazionale del Miglior Giovane allo chef di Piccola Osteria Tera di Sogliano al Rubicone, la conferma della Chiocciola all’Osteria dei Frati di Roncofreddo e nel cesenate conta tre novità: oltre a Piccola Osteria Tera di Sogliano al Rubicone, sono infatti i nuovi ingressi di Brodino di Cesena e Osteria Montecodruzzo di Roncofreddo ad aumentare i locali recensiti nel territorio di Cesena.

La nuova edizione raccoglie 1752 indirizzi di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto. Oltre ai simboli e i riconoscimenti canonicamente assegnati alle osterie, di modo da offrire al lettore uno strumento per una conoscenza approfondita dell'offerta, per la prima volta i riconoscimenti storici della Chiocciole e della Bottiglia e il più recente Bere Bene (a riconoscere una selezione complessiva di bevande alcoliche e non, come birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi scelti con attenzione e personalità) sono stati assegnati anche ai locali segnalati negli inserti, ovvero quei locali la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili esclusivamente nella regione di appartenenza, come le piadinerie romagnole. 

Il premio speciale

Tra i riconoscimenti assegnati durante la presentazione, è stata un’osteria romagnola ad aggiudicarsi il Premio Miglior Giovane Vittorio Fusari Franciacorta: si tratta di Gianmarco Casadei di Piccola Osteria Tera a Sogliano al Rubicone (nella foto), per “un bellissimo esempio di accoglienza il cui racconto è in grado di filtrare e, allo stesso tempo, rendere omaggio, a quelle tradizioni magniloquenti e possenti delle zone di confine da cui prende vita, così come alla storia di fornelli di famiglia, grazie a un carattere e a un animo gentile.”

Gli altri riconoscimenti sul territorio

Ecco tutti i locali segnalati nel territorio di Cesena e comprensorio: Alto Savio (San Piero in Bagno di Bagno di Romagna), Brodino (Cesena), La Saluma (Cesenatico), Osteria Bartolini (Cesenatico), Il ristorante dei Cantoni (Longiano)
Allegria (Ciola di Mercato Saraceno), Ossteria! Trattoria con pizza (Savignano sul Rubicone), Trattoria dell'autista (Savignano sul Rubicone), Osteria dei frati (Roncofreddo) che ha ottenuto la chiocciola, Piccola Osteria Tera (Sogliano al Rubicone) premio come miglior giovane e Osteria Montecodruzzo (Roncofreddo).

Tra i chioschi di piadina: Acqua e farina di Andrea Montanari (Sant'Egidio), E chiuschet d'la pida (Cesena), E' tulir (Macerone), La piadina di Gianluca (San Giorgio), La piadina di Stefano e Mascia (Cesena), La Regina della piadina (Torre del Moro), Le Gagine (Cesena), Marina Guidazzi (San Carlo), La piadina di Calabrina (Cesena), 80 voglia di piada di Andrea e Roberta (Gambettola), L'oasi della piadina (Piavola), Al giardinetto di Alessandra Ricci (Savignano sul Rubicone), Da Giuli e Pundor (Sogliano al Rubicone)

Emilia-Romagna: la panoramica 2024

Il 2023 in Emilia-Romagna sarà ricordato come l’anno dell’alluvione. Di quei giorni rimarrà, insieme al dramma di chi ha perso tutto o molto, anche la straordinaria solidarietà ricevuta e data. Di questa solidarietà sono stati protagonisti anche osti e ostesse. Chi non è stato colpito è andato ad aiutare o ha messo in moto le proprie cucine per sfamare volontari e sfollati. Osti e ostesse sono stati anche, e soprattutto, le antenne e la cassa di risonanza della difficoltà di piccoli produttori che si sono ritrovati a fare i conti con le aziende travolte dalle piene, franate o diventate irraggiungibili per giorni. La ricostruzione, specie in montagna, sarà lunga e delicata: l’alluvione ha infatti esposto e acuito le fragilità. Il lavoro delle osterie è sempre più complesso: le conseguenze dell’alluvione si sommano ai costi crescenti di energia e materie prime che si riflettono inesorabilmente sui prezzi, ma anche alla carenza ormai sistemica di manodopera cui si cerca di reagire migliorando i tempi di lavoro, anche se questo non di rado comporta aperture più limitate. Ma è anche un lavoro prezioso: sedersi al tavolo delle osterie sarà ancora di più un modo importante per sostenere loro e i territori che ogni giorno raccontano e fanno vivere attraverso i loro menù.


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