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No alla fusione tra San Mauro e Savignano: "Rispettiamo la volontà del popolo"

La decisione è arrivata a seguito dei risultati emersi nel recente referendum consultivo dei residenti nei due Comuni dai quali era prevalsa la contrarietà della maggioranza dei cittadini che avevano partecipato al voto (4.024 'no', su un totale di 7.475 votanti).

Si ferma definitivamente il progetto di fusione tra i Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli. Con l’approvazione a larghissima maggioranza dell’ordine del giorno per il non passaggio in Aula dell’esame della proposta di legge istituiva un nuovo Comune unico, l’Assemblea legislativa ha formalmente archiviato la fusione in provincia di Forlì-Cesena (astenuto solo Matteo Riva del Gruppo Misto). La decisione è arrivata a seguito dei risultati emersi nel recente referendum consultivo dei residenti nei due Comuni dai quali era prevalsa la contrarietà della maggioranza dei cittadini che avevano partecipato al voto (4.024 'no', su un totale di 7.475 votanti).

Termina così l’iter istituzionale avviato con la richiesta dei Consigli comunali di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli alla Regione affinché desse avvio al progetto di legge sulla fusione.

“Intendiamo onorare l’impegno che avevamo preso di rispettare la volontà popolare uscita dal referendum, dove la somma totali dei voti è andata al ‘no’", ha detto Antonio Mumolo, relatore del progetto di legge, motivando l’ordine del giorno avanzato a sua firma su mandato della prima Commissione per il non passaggio in Aula dell'esame dell’articolato.

A sostegno dell’ordine del giorno si è espresso anche Luca Bartolini (Pdl), invitando ad una riflessione per il futuro, in vista delle prossime fusioni, affinché venga modificata la legge regionale, così da tenere in considerazione la maggioranza dei voti in ogni singolo Comune coinvolto, al fine di evitare “annessioni” come a suo avviso è avvenuto con la fusione della Valsamoggia, nel bolognese, dove in due comuni su cinque era prevalso il no alla fusione. Monica Donini (Fds) ha annunciato voto favorevole all’ordine del giorno sottolineando la “linearità” dell’atteggiamento adottato dall’Assemblea nel percorso avviato sulle fusioni. "Spero che questa decisione – ha detto - ponga fine alla logica del sospetto circa presunte intenzioni di procedere nonostante la volontà dei cittadini”. Donini ha comunque espresso rammarico per un’occasione perduta.

Nessun rammarico invece per Mauro Manfredini (Lega nord) dal momento che “avevamo chiesto il rispetto della volontà dei cittadini”, ha affermato. Per Marco Lombardi (Pdl) l’atto dimostra la buona fede che fino a questo momento la Regione ha avuto nei confronti della volontà popolare. Per il futuro, in considerazione delle contraddizioni che potrebbero crearsi rispetto alla procedura legislativa da seguire, il consigliere ha avanzato la proposta di suggerire ai Comuni l’iniziativa di progetti di legge autonomi e di adottare un referendum preventivo che potrebbe indicare da subito l’orientamento su una decisione di fusione da parte dei cittadini.

Suggerimento giudicato favorevolmente da Sandro Mandini (Idv), “per evitare polemiche inutili”. A suo avviso, l’ordine del giorno fornisce una risposta a quanti accusavano la maggioranza “di voler andare avanti nonostante tutto”. Secondo Fabio Filippi (Pdl), a favore all’odg, il rispetto della volontà dei cittadini dovrebbe essere un obbligo e quindi rispetto alle prossime fusioni, come ad esempio quella che si prospetta tra Toano e Villa Minozzo, andrebbe considerato in ogni singolo Comune interessato, per evitare che il voto in un Comune con un elevato numero di abitanti possa determinare una fusione non voluta con un Comune contrario, ma con popolazione di molto inferiore.
Marco Monari (Pd) ha ribadito che i referendum sono espressione della volontà dei cittadini e bisogna tenerne conto, importante è il computo totale dei voti espressi dai partecipanti al referendum, pertanto, a suo giudizio, rispetto a delle “richieste legittime, ma fuori tempo massimo” l’Aula non può praticare delle forzature cambiando le modalità di un percorso istituzionale già in atto. "Non possiamo – ha detto – cambiare le regole del gioco con la partita in corso".

Franco Grillini (Gruppo Misto) ha richiamato la necessità di sostenere i processi di fusione come risposta inevitabile di fronte alle sempre minori risorse disponibili per i Comuni. In questo senso ha espresso rammarico per lo stop alla fusione di Savignano e San Mauro Pascoli, cogliendo nell’esito del referendum una contraddizione perchè “tutti sanno che quella è una strada obbligata”. Matteo Riva (Gruppo Misto) ha preannunciato voto di astensione motivando la sua decisione con la necessità che i cittadini siano consultati prima dell’avvio delle procedure di fusione.

A suo avviso, “tutti vorrebbero meno Comuni, ma nessuno disposto a rinunciare al proprio”. Per Andrea Defranceschi (M5s) la maggioranza dei voti andrebbe considerata all’interno di ogni singolo Comune che rimane sovrano nell’esprimere la sua volontà. Le regole del gioco, ha sottolineato, non sono scritte nella legge, ma sono state decise dalla maggioranza nonostante le richieste, avanzate a suo tempo, di chiarire che cosa si sarebbe fatto degli esiti del voto prima di mandare i cittadini al referendum.

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