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Gli amici ricordano Stefano. Martedì i funerali a Ponte Pietra

Non ci si può abituare alla morte di un ragazzo di appena 19 anni per le strade. Stefano Giunchi è stato strappato alla vita con una scena da incubo essendo finito a testa in giù nel Pisciatello mentre era a bordo dell'auto, una Opel Corsa. Il tutto vicino a casa, in zona Ponte Pietra

Non ci si può abituare alla morte di un ragazzo di appena 19 anni per le strade. Stefano Giunchi è stato strappato alla vita con una scena da incubo essendo finito a testa in giù nel Pisciatello mentre era a bordo dell'auto, una Opel Corsa. Il tutto vicino a casa, in zona Ponte Pietra. Martedì alle 15 ci sarà l'ultimo addio a Stefano. I funerali si svolgeranno alle 15, alla chiesa di Ponte Pietra. E' già la terza giovane vittima che non ha più fatto rientro a casa in meno di un mese; una maledetta serie di croci che lascia dietro di sé una triste scia di domande e punti interrogativi. Che non troveranno risposta.

Un ragazzo, che conosceva Stefano, ha dovuto fare i conti con un amico che non ci sarà più. “Il mio rapporto con lui era in relazione alla scuola visto che avendo un anno in meno girava con altri amici. Con lui comunque ero molto in sintonia perchè le volte che parlavamo andavamo sempre d'accordo, trovavamo argomenti comuni e poi aveva un carattere aperto e disponibile”.

“Oggi – ha commentato un altro amico di Stefano che lo ha visto crescere - ero con la testa nelle nuvole ed ero completamente assente tanto era lo sbigottimento. Sulla messa in sicurezza di quella strada ci sarebbe da discutere a lungo come si discute continuamente del Pisciatello anche col quartiere per le varie questioni che questo torrente solleva (alluvioni/animali vari e zanzare). Personalmente in questi momenti penso alla cultura sbagliata che ricevono i ragazzi sulla "gestione " di un auto che li rende tutti troppo sicuri e incuranti ma sopprattutto incoscienti dei pericoli che corrono”.

Il parroco di Ponte Pietra Don Sante ha detto: “E' sempre stato un ragazzo molto sveglio e intelligente. Da bambino stava spesso in officina con il nonno dove sfogava la passione per la meccanica e chi lo conosceva, scherzando, diceva che sembrava lui il direttore”.

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