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Sa di frutti rossi

Sa di frutti rossi

A cura di Marco Gobbi

Le 50 sfumature del Burson. La Romagna nel calice, che non ti aspetti

Poche cantine locali coltivano questo’uva, ma il vino che ne deriva è eccellente e ha un forte carattere prorompente…proprio come quello che contraddistingue noi romagnoli purosangue

Ben ritrovati burdèl. Oggi Sadifruttirossi è nel ravennate e vi vuole parla re dell'uva Longanesi, nota anche come "Bursona" in diàlet romagnul.  Circa 200 ettari di vitigno autoctono si trovano nella zona di Ravenna in Romagna. Poche cantine locali coltivano questo’uva, ma il vino che ne deriva è eccellente e ha un forte carattere prorompente…proprio come quello che contraddistingue noi romagnoli purosangue.

Fino a pochi anni fa, veniva ancora confusa con il Negretto ma a partire dal 2002 è stata iscritta nel Registro delle Varietà sotto il nome originale di “uva Longanesi”. Scopriamo la storia affascinante e incantevole della Bursona, nonché le sue caratteristiche e le caratteristiche del vino Bursôn-Longanesi.

Cosa insolita e unica, la gustosa uva romagnola prende il nome dal suo salvatore, in segno di rispetto e riconoscenza verso colui che ha cambiato drasticamente il suo destino apparentemente segnato. In effetti, il Longanesi era quasi completamente scomparso alla fine del 1800: la fillossera, un insetto noto per nutrirsi a scapito delle piante, aveva danneggiato così tanto le poche piante sulla costa romagnola da essere considerate spacciate. 

Per molti decenni, questa pianta è stata dimenticata e i suoi vini sono ormai lontani dalla memoria di coloro che ne avevano gustato il vino. 
Il suo salvataggio risale intorno al 1913.  Sembra che il Sig.Antonio Longanesi abbia trovato in un “roccolo" (un’area boscosa al confine dei fondi dove veniva praticata la caccia dal capanno) una vecchia vite che si era arrampicata su una quercia e serviva come richiamo per gli uccelli. Ne assaggiò i frutti, e riconobbe subito le grandi potenzialità.

Ma fasèm un bisinìn ad ciàcri da sommelier noioso, ma che ci capisce: per capire le potenzialità di questa uva Longanesi, basta guardare un grappolo. È compatto, di media grandezza, con una forma allungata, luminosa e opalescente. Al contrario, la buccia è ricoperta da una pruina piuttosto spessa, che è la caratteristica che rende il vitigno facilmente distinguibile. Ok bòna l’è!! Basta annoiarci con le cose tecniche.

Torniamo alla storia. Antonio decise di piantare nel 1956 dei filari della pianta e cercò di attirare l'attenzione di produttori e appassionati. Il successo e il consenso arrivarono rapidamente e in onore di ciò, il vitigno prese il nome del suo salvatore. (Alcuni lo chiamano Bursôn: il soprannome che Antonio Longanesi aveva da bambino.)

È stato registrato nell'Albo dei Vigneti nel 1999 con il numero 357 e il nome di Uva Longanesi. Inoltre, dalla vendemmia del 2007 ha ricevuto l'etichetta IGT (Indicazione Geografica Tipica).

Dal 1998, il vino Bursôn viene prodotto. Per preservarne la tipicità e le caratteristiche, il nome è stato depositato e concesso a uso gratuito al Consorzio "Il Bagnacavallo". Il vitigno Longanesi cresce in terreni quasi completamente pianeggianti con una bassa percentuale di argilla, cosa assai particolare per un vitigno a bacca rossa.

Una caratteristica significativa dell'uva Longanesi è l’inclinazione a essere appassita. Quando l'uva viene appassita, aumenta il grado zuccherino e bilancia le parti più dure per ottenere una nota di morbidezza, questo diventa un grande vantaggio che viene ampiamente sfruttato durante il processo di lavorazione.
Successivamente, il vino viene affinato per almeno due anni in botti di legno, il che riduce il tannino mantenendo l'acidità. Il prodotto finale è impegnativo e adatto a un pubblico severo. Il vino Bursôn è intenso, ampio e ricco, con aromi fruttati di spezie, cacao e amarena. È corposo e consistente al palato. È di color rosso granato e completa la sua grande personalità in bottiglia dove riaffiorano i sapori e i profumi del sottobosco delle pinete ravennati in cui il vitigno è sopravvissuto per anni.

Una delle poche cantine che produce questo vino e che si è distinta nel tempo, è sicuramente Tenuta Uccellina, una realtà romagnola che sin dal suo inizio nel 1985, si è dedicata alla ricerca dell'essenza della "Romagna dei Vini". 

Alberto Rusticali, il fondatore, ha sempre creduto nelle potenzialità delle uve tradizionali di Romagna e ha cercato l'espressione più autentica di queste varietà. 
Proprio nel 1985 Alberto affitta i primi terreni, fondando Tenuta Uccellina e portando avanti il lavoro dei nonni.

Nel 1998 Nasce il Consorzio ``Il Bagnacavallo`` e Tenuta Uccellina entra a farne parte come socio fondatore. Si parte con la lavorazione dell'Uva Longanesi per ottenere l'oggi celebre vino Bursôn. La prima annata fu il 2000 che iniziò a commercializzare la vendemmia delle Uve Longanesi del 1998.
Numerosi premi si susseguono, tra cui l’ultimo per il Burson 2016 premiato con le 4 viti ais nella decima edizione della famosa guida “Vitae Vitae La Guida Vini 2024”

Tenuta Uccellina ha iniziato con i vini Sangiovese, Albana e Trebbiano, ma poi ha aggiunto altri vecchi vitigni autoctoni tradizionali come Uva Longanesi (Bursôn) e Famoso (Rambëla).  I primi due vitigni vengono ancora coltivati in collina nelle aree di Brisighella (RA), mentre i restanti vengono coltivati in pianura a Russi (RA), dove si trova anche la cantina che è stata recentemente ristrutturata.

La politica dell'azienda richiede il massimo rispetto delle uve sia in campo che in cantina.. La sanità delle uve consente di minimizzare gli apporti di solforosa sia nelle prime fasi di lavorazione che nelle successive, minimi apporti opportunamente dosati. Ogni uva viene trattata in modo diverso in base al vino che deve produrre, secondo l'esperienza acquisita negli anni di vinificazioni.

Sadifruttirossi vi porta in degustazione il Burson 2016 etichetta nera, la versione più nobile della cantina “Tenuta Uccellina”, caratterizzato dall’appassimento in fruttaio delle uve e da successivo affinamento del vino in tonneaux di rovere francese. Il vino più celebre e pluripremiato, caratterizzato da morbidezza e complessità. Colore rosso granato, aromi di frutta rossa, visciole e more, con note speziate di vaniglia e cacao. Sapore deciso, elegante ed avvolgente. 

Abbinamento per Today? Il Bursôn etichetta blu e l'etichetta nera sono le due versioni in cui viene prodotto con il 100% di Uva Longanesi.

"Etichetta blu”: l'uva macerata e fermentata, viene lasciata per quindici giorni in una cisterna d'acciaio. In seguito il vino trascorre 10/12 mesi in botte di rovere da 500 litri. Infine, dopo almeno sei mesi, viene imbottigliato e commercializzato. La macerazione carbonica evita l'appassimento dell'uva e il vino risulta fresco, gustoso e piacevole al gusto.  L’è strambalè con grigliate di ciccia.

“Etichetta nera”: Il 50% delle uve raccolte viene appassito e fermentato per circa due settimane. Successivamente, il vino viene lasciato per altre due settimane all'interno di una cisterna in acciaio. Quindi, viene conservato in una botte di rovere da 500 litri per un anno e in una botte grande per un altro anno. Finalmente, viene imbottigliato e venduto dopo sei mesi.

Il più prezioso è Burson Black Label (la selezione) con un colore rubino tendente al granato. Ha una struttura notevole, composta ed elegante, e lo abbiniamo divinamente con la cacciagione, ma provatelo affiancandolo anche ad un Hamburger ;) parola di lupetto!!!

Il titolo alcolometrico importante di 15gradi e la trama tannica decisa richiama un abbinamento gastronomico importante, che bilanci bene untuosità del piatto e complessità.

Il vino Bursôn dovrebbe essere servito in bicchieri ampi a una temperatura di servizio di 18-20°C per assaporarlo al meglio.
I “Burson Lovers” lo abbinano spesso (e fanno bene) anche con stracotti come per esempio lo stracotto alla Piacentina (per rimanere nella parte alta della regione) un piatto tipico della cucina della provincia di Piacenza inserito nell’Albo dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani e che viene preparato a base di carne di manzo cotta prolungatamene in un sugo a base di passata di pomodoro, aromi vari e vino. 
E comunque Burdel…il Bursòn…o lo ami o lo odi!!! Non ci sono vie di mezzo!!! Quello di Tenuta Uccellino…etichetta nera…(magari con qualche anno sulle spalle) LO AMO!!!

Domani Venerdì 22 Marzo presso la sede Ais di Cesena un evento bellissimo su questo vitigno: clicca sul link per saperne di più e rimanere informati:

https://www.aisromagna.it/eventiais/

Pronti? Si beve…

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