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Subrani (Italia Viva): “Cesena deve riuscire a trattenere sul territorio i talenti formati nel Campus”

Nikolas Subrani (Italia Viva): “Abbiamo dipartimenti universitari d’eccellenza, quei cervelli non devono lasciare la nostra città”

“E’ fondamentale per lo sviluppo di questa città riuscire a trattenere sul nostro territorio i talenti formati nel Campus”. Parte da questa certezza l’analisi di Nikolas Subrani, membro della Cabina di Regia Comunale di Italia Viva Cesena. “I giovani sono la linfa vitale della nostra società - spiega Subrani - perché sono portatori di idee fresche, creatività e slancio verso il futuro. In questo senso, il Campus universitario di Cesena è una fucina di Innovazione e, come tale, una fonte preziosa di sviluppo per la città”. 

“Per questo - rileva - è fondamentale riuscire a trattenere sul territorio i talenti formati nel Campus, il quale dispone di centri di ricerca di eccellenza riconosciuti a livello internazionale, come il DEI, il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Informatica "Guglielmo Marconi" con radici storiche che risalgono alla fine del XIX Secolo o come il Dipartimento di Archittettura “Aldo Rossi”, che unisce esperienze decennali di pianificazione urbanistica”.

“Il mondo del lavoro post pandemia sta cambiando velocemente - evidenzia Subrani - e sta sempre di più abbracciando il lavoro remoto o ibrido. Un trend in costante aumento, considerato che il 91% delle grandi aziende Italiane prevede la possibilità di lavoro da remoto o smart working. Per questo il Comune deve diventare promotore di progetti pensati per i lavori del futuro, spazi fisici e virtuali che favoriscano l’attivazione di percorsi ad alto impatto sociale coinvolgendo imprese da tutto il territorio nazionale e continentale, organizzazioni del terzo settore, start-up e talenti”. 

Secondo Subrani “questi spazi di co-working devono attrarre investimenti internazionali che permettano ai giovani talenti di rimanere sul territorio romagnolo, ai laureandi fuori-sede di eleggere Cesena a loro città d'adozione e - perché no? - attrarre i professionisti del futuro anche dal resto d'Italia o d'Europa. Questi spazi potrebbero essere recuperati da strutture dismesse in zone artigianali oppure anche in edifici del centro storico, ma sempre con un unico denominatore: un’infrastruttura digitale all’avanguardia che permetta la collaborazione a prescindere dalla presenza fisica”. E, in tal senso, l’esponente di Italia Viva indica alcuni modelli virtuosi di partnership pubblico-privata come il “Mug” di Bologna o il progetto “Edera” a Modena: “Le ricadute sullo sviluppo di Cesena - secondo Subrani - possono essere molteplici: abbassamento dell’età media della popolazione residente, recupero delle zone degradate, promozione della sostenibilità in quanto lavori a basso impatto ambientale e di mobilità, ricaduta sull’indotto economico cittadino con benefici per il commercio e le attività di prossimità”.

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