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Provincia Unica, Bulbi: "Pronti per un accordo sul capoluogo"

Il presidente della Provincia, Massimo Bulbi, martedì mattina ha fatto alcune comunicazioni al Consiglio. La prima riguarda le modifiche all'art. 17 del decreto della 'Spending Review'

Il presidente  della Provincia, Massimo Bulbi, martedì mattina ha fatto alcune comunicazioni al Consiglio. La prima riguarda le modifiche all’art. 17 del decreto della ‘Spending Review’: “Una prima modifica è molto sostanziale: prima l’articolo si chiamava ‘soppressione e accorpamento’, ora si parla di ‘riordino’, è un primo risultato, con finalmente un riconoscimento di dignità. La seconda modifica è sulla tempistica: oggi sostanzialmente la data che farà fede per la chiusura dell’intera partita è il 23 di ottobre”.

“Da ora fino a quella data è il tempo per lavorare.- afferma Bulbi - Inoltre, è stato inserito nell’art 17 una notazione sul capoluogo: resta che sarà di norma il Comune con maggiore popolazione residente, ora è stato aggiunto ‘salvo diverso accordo tra i precedenti comuni capoluoghi’. In tre è più facile trovare l’accordo. Infine, si aggiungono funzione: la tutela e valorizzazione dell’ambiente e la gestione delle scuole. Comunque per quanto ci riguarda, tutte e tre le province sono sostanzialmente d’accordo di andare ad un’area vasta, con Ravenna che è leggermente più avanti di noi e a Rimini. Sarà difficile, in particolare, la riorganizzazione sul territorio di tutti gli organi dello Stato che dovrà seguire la riformulazione delle province”.

Successivamente sono stati votati due ordini del giorno. Anzitutto è stato votato senza discussione l’ordine del giorno dibattuto nella seduta del 5 luglio, la cui votazione nella precedente seduta era stata resa impossibile dal venire meno del numero legale. Il testo, presentato inizialmente dal capogruppo del PdL Stefano Gagliardi, dal capogruppo del Gruppo Misto Giorgio Faedi e dal capogruppo dell’Udc Maria Grazia Bartolomei (oggi i primi due proponenti hanno ritirato l’appoggio per confluire in un nuovo ordine del giorno) invita “il Presidente della Provincia, anche sulla base dei nuovi orientamenti che saranno assunti dal Governo sul riordino delle Province, nell'ambito degli interventi riferiti alla spending review, di farsi promotore unitamente ai Presidente delle Province di Ravenna e Rimini, coinvolgendo i Comuni del territorio, della costituzione di un gruppo di lavoro interprovinciale che, con il coinvolgimento della Regione, provveda ad analizzare e verificare le ipotesi d'integrazione delle Province in grado di rispondere in modo efficace alle esigenze di funzionalità dei servizi rivolti ai cittadini e alla soluzione dei problemi del territorio, con criteri omogenei nell'ambito del territorio regionale”. Dichiarazioni di voto sono state fatte da Luciano Minghini (capogruppo Pd), Francesco Billi (Lega Nord), Stefano Gagliardi (capogruppo del PdL), Pier Giorgio Poeta (capogruppo di Rifondazione Comunista), Pino Castrogiovanni (capogruppo dell’Idv), Maria Grazia Bartolomei (capogruppo dell’Udc) e Giorgio Faedi (capogruppo del Gruppo Misto), Fabio Della Motta (consigliere PdL), Massimiliano Mazzotti (consigliere Pd). L’ordine del giorno è stato respinto con i voti favorevoli di Pd e Udc, contrari PdL, Idv, Rifondazione Comunista, Lega Nord e Gruppo Misto, astenuti Mazzotti e Gallina (Pd).
 
Il secondo testo, presentato in data odierna, sostenuto dai capigruppo del PdL Stefano Gagliardi, del Pd Luciano Minghini, di Rifondazione Comunista Pier Giorgio Poeta, della Lega Nord Gianluca Zanoni e del Gruppo Misto Giorgio Faedi, all’invito riportato sopra del primo documento (emendato con la richiesta di coinvolgere nella discussione non solo i sindaci ma anche i portatori di interessi collettivi sociali ed economici) aggiunge anche la dicitura “considerato che la democrazia locale è espressione, la più alta, dell’autonomia dell’ente che è stata a più riprese riconosciuta dalla Costituzione e dalla Carta europea delle autonomie locali, ciò richiede che il popolo abbia una rappresentanza che emerga da elezioni generali, dirette, libere e segrete”. Inoltre si aggiunge che “il Consiglio Provinciale critica la soluzione nel Decreto Legge di eleggere consigli provinciali attraverso un’elezione di secondo grado, come organi di espressione degli amministratori comunali, privando i cittadini del territorio provinciale del diritto di eleggere e controllare direttamente un ente per altro previsto dalla Costituzione come elemento costitutivo della Repubblica”. L’ordine del giorno è stato approvato con i voti favorevoli di Pd, Gruppo Misto, Rifondazione Comunista, PdL, Lega Nord, astenuto Udc, non presente l’Idv.
 
Il testo è stato relazionato da Pier Giorgio Poeta , capogruppo di Rifondazione Comunista: “Rispetto al precedente ordine del giorno si aggiungono elementi fondamentali, si spiega che la democrazia è fondamentale e quindi questa si deve esprimere in un ente elettivo e non come ente di secondo livello. Si esprime preoccupazione per come il Governo sta conducendo il riordino delle Province”.

Ha quindi parlato il presidente Massimo Bulbi: “I due ordini del giorno non erano in contrasto. Sull’organo elettivo da due anni stavo facendo da solo questa battaglia. Non dimentichiamoci che la proposta della nostra regione, che ho sempre contrastato, era di rendere le Province una camera dei Comuni e una rappresentanza della Regione. La coerenza è fondamentale nella nostra responsabilità, bisogna dire che c’erano sindacati che hanno organizzato anche convegni per l’abolizione delle Province”.
 
 

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