Pli: "Inutile la provincia unica, ci vuole la Regione Romagna"
"La recente polemica, tutta interna al PD, su provincia unica romagnola si o no, è decisamente stucchevole ed inutile" tuona Stefano Angeli segretario regionale del Pli
“La recente polemica, tutta interna al PD, su provincia unica romagnola si o no, è decisamente stucchevole ed inutile” tuona Stefano Angeli segretario regionale del Pli. “Inutile perché la situazione economica e finanziaria dello stato imporrà comunque, ci piaccia o no, un accorpamento di enti locali ormai insostenibili come apparati burocratici e come costi, apparati sempre più spesso con competenze sovrapposte e addirittura in contrasto tra loro”.
“Stucchevole – continua - perché se da un lato non sono altro che lo specchio di una lotta per la competizione interna al PD dall’altro copre quello che è il vero nodo per il territorio ovvero la struttura amministrativa ottimale che garantisca ad un’area omogenea e con interessi comuni come la Romagna di poter continuare a difendere tali interessi, le proprie peculiarità e la propria competitività non solo in Italia, ma in Europa e nel Mondo. A nostro avviso la risposta non è né la provincia unica, né l’area vasta, né altri surrogati, ma sarebbe stata la realizzazione della Regione Romagna”.
“Oggi – sottolinea - è molto meno di moda parlare di questo storico progetto, usato e sbandierato in modo strumentale dalla Lega per anni ed oggi dimenticato pure da loro, ma i liberali non sono soliti seguire le mode e quindi non abbiamo timore a ribadire che a nostro avviso quella era, ed è tutt’ora, la strada maestra per razionalizzare, rendere più democratico e più funzionale al territorio l’assetto istituzionale. Ovviamente una Regione Romagna renderebbe inutili, più di quanto già non lo siano, le province e ci meraviglia come tanti che in passato sbandieravano, e mettevano nei loro programmi elettorali, l’abolizione delle province oggi anch’essi abbiano vuoti di memoria sull’argomento”.
“Le province – conclude - a nostro avviso andrebbero abolite senza mezzi termini su tutto il territorio nazionale distribuendo le poche competenze rimaste a Regioni e comuni, con precise suddivisioni di compiti che pongano fine al continuo conflitto tra enti locali di vario livello persino se guidati dal medesimo partito”.