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Pli: "Bisogna diradare i dirigenti delle Ausl"

"Gli apparati amministrativi e burocratici sono senz’altro un peso enorme nei costi di gestione della sanità locale e potrebbero essere facilmente ridotti con l’unificazione aziendale"

“Da tempo – scrivono Angeli e Vandelli del Pli - sosteniamo come sia necessario approfittare dell’esigenza, dovuta ai problemi di bilancio dello Stato, di unificare le Ausl romagnole per ridurne drasticamente la componente amministrativo-burocratica e l’eccesso di dirigenza che contraddistingue le nostre aziende. Gli apparati amministrativi e burocratici sono senz’altro un peso enorme nei costi di gestione della sanità locale e potrebbero essere facilmente ridotti con l’unificazione aziendale, ma ciò non è sufficiente”.

“Sappiamo, ad esempio, che una piccola azienda come quella cesenate annovera circa 580 dirigenti, uno ogni cinque dipendenti, e ne vede una quarantina di primo livello con stipendi annui oltre i 100 mila euro. Moltiplicando tali numeri per le Ausl romagnole si può facilmente comprendere come questa proliferazione di figure dirigenziali abbia gravato le aziende sanitarie di costi che non sono più sostenibili. Purtroppo le Ausl sono divenute, negli ultimi decenni,  sempre più centri di potere a disposizione dell’amministrazione regionale, e dei partiti che la governano, e dove le nomine dirigenziali inevitabilmente finiscono per seguire spesso logiche spartitorie di carattere politico e di mantenimento di equilibri di potere anziché logiche di merito e di reale necessità operativa”.

“Oggi – conclude - le necessità di contenimento della spesa sanitaria, che sappiamo assorbe circa l’80% del bilancio regionale, costringe a scelte drastiche come l’unificazione della Ausl romagnole, le amministrazioni locali quindi, ed i sindaci che compongono la conferenza territoriale sui servizi, devono cogliere l’occasione per impegnarsi affinchè tale unificazione segua criteri di salvaguardia dei servizi e delle peculiarità dei territori e degli interessi popolazioni coinvolte, ma anche che questa unificazione porti ad una effettiva e drastica riduzione di tutti quegli apparati che gravano eccessivamente sui costi del servizio sanitario, e in particolare per quelli che rispondono più all’interesse politico piuttosto che a quello sanitario”.
 

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