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Minori, dopo Bibbiano si parla di affido in consiglio comunale: "A Cesena controlli efficaci"

L'assessore Carmelina Labruzzo risponde all'interrogazione della Lega: "E' un istituto prezioso che vogliamo continuare a sostenere"

La vicenda di Bibbiano denominata "Angeli e Demoni" ha acceso i riflettori sul sistema degli affidi dei minori. Un caso giudiziario che è diventato anche un caso politico, i cui riflessi sono arrivati anche in consiglio comunale a Cesena. Infatti, i consiglieri della Lega Antonella Celletti, Fabio Biguzzi, Enrico Sirotti Gaudenzi e Beatrice Baratelli, hanno presentato un'interrogazione per fotografare il sistema degli affidamenti familiari sul territorio, costi, procedure e strutture. Ma anche organismi di controllo e uffici competenti.

All'interrogazione ha risposto l'assessore ai servizi per le persone e le famiglie Carmelina Labruzzo. "L’affidamento familiare - ha spiegato - è l’accoglienza temporanea nella propria casa di un bambino o di un ragazzo quando la famiglia naturale si trova, per motivi diversi, in una situazione di particolare difficoltà che la porta, temporaneamente, a non essere in grado di occuparsi dell’educazione e delle necessità materiali e affettive dei propri figli. Non stiamo parlando, è bene chiarirlo, di situazioni di povertà economica (casi in cui intervengono, a sostegno delle famiglie, i nostri servizi sociali), ma di situazioni di rischio fisico e psichico per il bambino".

Labruzzo ha sottolineato come "L’affidamento può essere consensuale, quando si realizza con il consenso della famiglia di origine, o giudiziale, quando viene disposto dal Tribunale per i Minorenni e, ancora, in relazione alle diverse procedure da attivare e alla tipologia delle famiglie disponibili all’affido, può essere eterofamiliare (quando il bambino viene inserito in una famiglia che non ha con lui legami di parentela) o parentale (quando il bambino viene inserito in una famiglia che ha con lui legami di parentela entro il 4° grado). Rispetto alla modalità di permanenza del minore presso la famiglia affidataria vanno poi distinti l’affido a tempo pieno (quando il bambino vive con la famiglia affidataria giorno e notte) da quello a tempo parziale (quando il bambino trascorre con la famiglia affidataria parte della giornata, ma alla sera torna a casa dai suoi genitori)".

"Obiettivo primario dell’affidamento, disposto dall’autorità giudiziaria su progetto del Servizio Sociale, è la tutela degli interessi del bambino e, tra questi, il suo diritto a mantenere e consolidare i legami con la propria famiglia di origine". "In questo quadro, ha proseguito l'assessore - l’attività di accoglienza del Comune di Cesena, lavora su 3 direttrici fondamentali: tutela dei minori che si trovano in condizioni di disagio e/o di rischio; sostegno delle famiglie di origine, che hanno bisogno di essere aiutate temporaneamente nelle funzioni educative e affettive; accompagnamento delle famiglie affidatarie che si rendono disponibili ad accogliere temporaneamente i bambini e le bambine che saranno dati loro in affido".

"Al 30 giugno di quest’anno i bambini in affido nel Comune di Cesena erano 26 (33 nell’intera Unione Valle Savio, a cui è conferito il Servizio: 27 collocati presso famiglie affidatarie abilitate attraverso specifico percorso previsto dalla normativa regionale in materia, 6 presso parenti). Come contributo per le spese sostenute nella gestione e organizzazione quotidiana dell’attività di affido familiare, le famiglie affidatarie ricevono, per ogni bambino o bambina accolti, un contributo economico mensile quantificato in: 500 euro in caso di affido eterofamiliare a tempo pieno; 250 euro se parentali; 187,50 euro se trattasi di affido diurno. L’individuazione della famiglia affidataria avviene nell’ambito di un confronto attivo tra gli operatori dell’équipe affidi – composta da personale dell’ASP Cesena Valle del Savio e di AUSL Romagna – che si occupano delle fasi di promozione, formazione e abilitazione, e gli operatori dell’équipe territoriale (che afferiscono al Servizio Sociale dell’Unione Valle del Savio e ad AUSL Romagna), titolari dell’Intervento di Tutela dei minori coinvolti e dei rapporti con le famiglie di origine".

"L’andamento del progetto di accompagnamento all’affido è monitorato mediante colloqui, visite domiciliari, incontri col pediatra di elezione, insegnanti, educatori e referenti dei diversi ambiti di vita frequentati. I colloqui sono condotti dall’Assistente Sociale dei Servizi Sociali dell’Unione Valle Savio unitamente allo Psicologo dell’AUSL Romagna afferenti all’équipe territoriale, in separata sede con i minori in affido, le famiglie affidatarie e le famiglie di origine. Gli esiti sono registrati nella Cartella Sociale Informatizzata e costituiscono elementi imprescindibili per la redazione delle relazioni di aggiornamento periodico da produrre all’Autorità Giudiziaria di norma ogni 6 mesi. Affidi di durata superiore ai 24 mesi devono essere debitamente motivati in apposito atto e autorizzate dall’Autorità Giudiziaria".

Labruzzo ha voluto sottolineare come l'istituto dell'affido sia "un Servizio prezioso di tutela per tutte le persone coinvolte che il Comune di Cesena intende continuare a sostenere, dal momento che le metodologie, le risorse economiche ed umane, i servizi e gli strumenti di controllo fino ad ora utilizzati si sono rivelati efficaci. Pertanto, accanto ad un attento e continuo monitoraggio delle situazioni esistenti e dei nuovi percorsi da attivare, verranno proposti progetti di promozione del Servizio".

"Infine, in merito alla vicenda giudiziaria che sta coinvolgendo il Comune di Bibbiano, - ha concluso - come buona parte di questo Paese anche l’Amministrazione comunale di Cesena, che non ha ovviamente alcun elemento né titolo per decretare se quanto riportato in queste settimane dagli organi di stampa corrisponda al vero, è in attesa di conoscere i risultati dell’Istruttoria avviata dagli organi competenti".

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