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Legge di bilancio, Plumari (Pd): "Fragile e iniqua, il governo è inerte di fronte alle difficoltà"

“Con il voto di venerdì scorso alla Camera dei Deputati  la destra meloniana ha svelato al Paese il proprio reale volto: un governo completamente inerte di fronte alle difficoltà delle famiglie"

“Con il voto di venerdì scorso alla Camera dei Deputati  la destra meloniana ha svelato al Paese il proprio reale volto: un governo completamente inerte di fronte alle difficoltà delle famiglie, non c’è nulla contro il carovita e l’inflazione; nulla sulla politica dei redditi, ovviamente viene affossato definitivamente il salario minimo; viene indebolita l’azione di contrasto all’evasione fiscale; c’è un netto taglio della spesa sociale e ingenti tagli agli Enti locali; e ovviamente nulla sulla ricostruzione post-alluvione”. E' l'opinione del Segretario comunale del Pd di Cesena Lorenzo Plumari.

“L’economia italiana si è fermata – prosegue Plumari –, la frenata è stata determinata, come nel resto d’Europa, da una serie di fattori comuni a tutte le economie avanzate: le crisi geopolitiche, l’impennata inflazionistica, che ha ridotto il potere d’acquisto dei redditi da lavoro dipendente e ha allargato le disuguaglianze sociali, il brusco aumento dei tassi di interesse, che sta provocando un rallentamento degli investimenti delle imprese e delle famiglie. In Italia, però, il governo Meloni ci ha messo del suo”.

“In questa congiuntura complessa, infatti, la manovra di bilancio del governo Meloni è fragile, perché costruita su previsioni di crescita troppo ottimistiche e finanziata largamente in deficit; di corto respiro, con le principali misure sventolate dal governo, come la proroga del taglio del cuneo contributivo, finanziate solo per un anno. Di fatto, l’orizzonte temporale della manovra è il 2024, l’anno delle elezioni europee. Il governo non mette in campo alcuna strategia di medio-lungo periodo e si limita a navigare a vista; assolutamente inefficace per rilanciare la crescita, in quanto le misure a sostegno delle imprese rappresentano solo l’8% degli impieghi e la politica industriale è la grande assente della manovra. Inoltre le risorse per gli investimenti pubblici sono concentrate su un’unica grande opera: il Ponte sullo Stretto di Messina, per il quale sono stanziati 12 miliardi di euro, un’assurdità; infine, la manovra è fortemente iniqua in diversi settori: sanità, con le risorse aggiuntive, 3 miliardi nel 2024, che bastano a malapena a coprire i costi dei rinnovi contrattuali; pensioni, in quanto si riduce la possibilità di andare in pensione anticipatamente con APE sociale, Opzione donna, quota 103 e per chi è interamente nel sistema contributivo; trasporto pubblico locale, non c’è nessuna risorsa aggiuntiva per il prossimo triennio; politiche per la casa, il fondo sociale affitti e il fondo morosità incolpevole rimangono a zero; disabilità, gli stanziamenti si riducono drasticamente rispetto al 2023; gli enti locali subiranno tagli per 600 milioni annui, di cui 200 milioni a carico dei comuni, 50 delle province e 350 per le regioni a statuto ordinario. Senza dimenticare il capitolo alluvione, sul quale il Partito Democratico in Parlamento, con emendamenti al bilancio, aveva avanzato alcune proposte, come l’incremento della dotazione di risorse per la ricostruzione e l’estensione dell’accesso alle risorse stanziate anche per i danni subiti sui beni mobili. Il governo, tuttavia, ha deciso di bocciare tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni e di mettere da parte il capitolo alluvione”.

“La maggior parte di questi tagli, così come la gestione pasticciata del PNRR, con la prospettiva di definanziamento di migliaia di progetti, in gran parte opere di competenza dei comuni, colpiranno le comunità locali. Infatti, se si tagliano le risorse ai Comuni, specie nella situazione di inflazione in cui si trova il Paese, le strade sono due: o aumentare le tariffe o ridurre i servizi, con tutto quel che ne consegue a discapito della qualità della vita dei cittadini e delle comunità locali. I Comuni – continua Plumari – sono infatti direttamente colpiti dall’inflazione che ha portato maggiori costi su molti settori, dai servizi mensa all’assistenza anziani, fino ai servizi di trasporto pubblico, e il Governo invece che aiutarli prova a scaricargli addosso tutte le responsabilità”.

“A Cesena – mette in evidenza Plumari – anche quest’anno, grazie a una gestione oculata dei fondi pubblici e un’efficace lotta all’evasione fiscale, abbiamo approvato un bilancio sano, solido e in crescita, con ingenti investimenti pubblici che cambieranno il volto della nostra città nei prossimi due anni e con la conferma di una misura economico-sociali forte, ossia la gratuità per tutti i bambini e le bambine della scuola dell’Infanzia. Siamo riusciti a farlo senza aumentare di un euro la tassazione locale e di questo andiamo orgogliosi. Così come andiamo orgogliosi del piano investimenti che abbiamo approvato, con oltre 85 milioni di euro di risorse che, nel prossimo triennio, permetteranno alla nostra città di avere nuove scuole, nuovi impianti sportivi, aree pubbliche rigenerate. Diversi di questi interventi sono già in cantiere, come le scuole dell’Osservanza e di San Vittore, molti altri, come la nuova piscina comunale, partiranno nei prossimi mesi. Dunque, nonostante il Governo, la nostra città cresce e garantisce servizi di qualità ma non possiamo non esprimere preoccupazione – conclude Plumari – per gli ingenti tagli voluti da Meloni con la nuova Legge di Bilancio che, come detto poc’anzi, colpiranno fortemente gli enti locali nei prossimi anni”.

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