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La senatrice Bianconi tra le proteste: "Non vogliamo re-introdurre il vitalizio"

Nessun sostegno alla re-introduzione di un vitalizio per i senatori. La senatrice Laura Bianconi, cesenate del Nuovo Centro Destra, prende carta e penna per precisare la sua iniziativa parlamentare, che tante polemiche sta suscitando

Nessun sostegno alla re-introduzione di un vitalizio per i senatori. La senatrice Laura Bianconi, cesenate del Nuovo Centro Destra, prende carta e penna per precisare la sua iniziativa parlamentare, che tante polemiche sta suscitando: “In questi giorni, se mai se ne fosse avvertita la necessità stante le emergenze e le tragedie che avvengono nel mondo, sui media impazza la polemica sull’ordine del giorno in materia di vitalizi che ho presentato assieme a tre colleghi del Nuovo centrodestra. Va detto che antipolitica e desiderio di facili scoop e visibilità hanno avuto buon gioco nell’enfatizzare un fatto che non ha nessuna attinenza con i cosiddetti privilegi della casta. Siccome, come dice il saggio, prima di litigare bisogna mettersi d’accordo sui termini vorrei prima esporre i fatti nel modo più asettico e tecnico possibile”.

Dettaglia quindi Bianconi: “Dal 2008 i parlamentari non percepiscono più il vitalizio, da un sistema retributivo si è passati ad un sistema analogo a quello di un'assicurazione contributiva, cioè ogni mese il parlamentare versa una determinata somma che, versata continuativamente per 5 anni, all’età di 65 anni, da diritto a ricevere una somma mensile, in termine tecnico si chiama rendita, calcolata secondo gli stessi criteri di un'assicurazione personale. Con la particolarità, che questi versamenti sono obbligatori, cioè un parlamentare non può scegliere di non aderire a questa procedura, anche nel caso avesse trovato una compagnia assicurativa che per lo stesso versamento garantisce una rendita futura più alta. Detto questo, che spero abbia chiarito lo stato dell'arte, io, al pari degli altri colleghi che hanno firmato il documento, mi sono posta il problema di un Senato che abbiamo già deciso, e votato, non debba più esistere nell'attuale forma e, soprattutto, dell'ipotesi che la legislatura possa terminare anticipatamente. Perché in questo caso i versamenti effettuati non avendo raggiunto il limite minimo di 5 anni non darebbero diritto a nessuna corresponsione compiuti i 65 anni”.

Ed ancora: “Inoltre i versamenti effettuati non verrebbero restituiti, per cui quello che abbiamo chiesto è che, nell'ipotesi di scioglimento anticipato della legislatura, ciascun parlamentare possa versare di tasca propria la somma necessaria per arrivare ai 5 anni di versamenti. Per sintetizzare: oggi versi e se arrivi a 5 anni avrai il cosiddetto vitalizio, se non arrivi a 5 anni perdi tutto. Ora, qual è un sistema nel quale fai versamenti che poi non riavrai? Sul precedente sistema, quello retributivo sono d'accordo, perché lì si faceva una scommessa sul futuro. Con l’attuale sistema si versano soldi per avere gli stessi soldi. Quindi nessun aggravio a carico dell'istituzione Senato e dei contribuenti, solo una possibilità che non è certo una novità per chi poco o molto nel corso propria vita lavorativa, si è dovuto confrontare con queste problematiche”.

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