Elezioni, Zoffoli sulla sanità: "Basta depotenziare l'ospedale Bufalini"

Lunedì mattina dalle ore 7 alle ore 8.30 la coalizione Liberare Cesena sarà impegnata in un volantinaggio all'Ospedale Bufalini, davanti alle sedi territoriali Ausl di piazza Anna Magnani e Case Finali, e al Laboratorio Unico di Pievesestina. “La sanità pubblica si programma a livello territoriale. Le forze di centrosinistra, quindi, non hanno alibi per il depotenziamento senza precedenti che hanno attuato nel nostro territorio”, fa presente il candidato sindaco Gilberto Zoffoli. “E' sotto gli occhi di tutti che l'Ospedale Bufalini non è più strutturalmente adeguato alla sua funzione".

"Chiusure e accorpamenti di reparti e di servizi hanno svuotato l'ospedale cittadino: non sono state difese le eccellenze e la nostra sanità, grande bene primario, è stata ridimensionata ai minimi termini - aggiunge Zoffoli -. Lo dimostrano i fatti: mobilità verso altri ospedali, smantellamento di Neurochirurgia, Cardiologia, Malattie Infettive, Urologia e Nefrologia. Una pericolosa desertificazione senza precedenti. Inoltre non sono stati potenziati i servizi territoriali. Un'altra promessa disattesa".

"Questi – prosegue il candidato di Forza Italia, Ncd-Udc, Fratelli d'Italia-An e Pri per fermare il declino - sono i risultati di una mala gestione sanitaria, sono gli effetti dell'Azienda Unica della Romagna: una scatola senza contenuto, il progetto non l'ha mai visto nessuno, di piani industriali nemmeno l'ombra. Non siamo noi ad essere pregiudiziali, ma non si può dire di sì o di no al nulla! E' una vergogna dover aspettare mesi per una visita o un esame, non si può attendere ore al Pronto Soccorso, non è possibile essere costretti a rivolgersi ad altri ospedali perché al Bufalini non ci sono più reparti specializzati".

"Dobbiamo riappropriarci dei presidi sanitari ospedalieri e territoriali. Noi, se avremo la fiducia dei cesenati, sapremo dimostrare coi fatti che un'altra sanità è possibile. Una sanità vicina alle persone – conclude Zoffoli - una sanità che mette al primo posto il paziente e non il conto economico, una sanità che premia i professionisti e non chi ha una certa tessera in tasca”.