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Elezioni, Letta: "Non lasceremo che il Paese torni in bancarotta". I dem: "Poco grintoso? In Italia serve moderazione"

Giardino dell'associazione "Vivere il tempo" strapieno per ascoltare il segretario nazionale del Pd Enrico Letta in occasione del lancio della campagna elettorale di Massimo Bulbi

Giardino dell'associazione "Vivere il tempo" strapieno per ascoltare il segretario nazionale del Pd Enrico Letta in occasione del lancio della campagna elettorale di Massimo Bulbi, candidato al collegio uninominale della camera dei deputati di Forlì-Cesena per il Partito Democratico. Sul palco, insieme a Letta, anche i sindaci e le sindache del cesenate appartenenti al Pd, in un perfetto equilibrio tra uomini e donne.

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"Molti mi dicono di chiedere a Letta di essere più grintoso  durante la campagna elettorale - ha detto Bulbi durante il discorso di introduzione - ma non è possibile perché Enrico è così, se crede in una cosa prende anche i fischi perché è interessato a portare avanti ciò che condivide con noi. Non vuole parlare alla pancia degli italiani, ma alla testa e al cuore. Ha riportato unità e condivisione all'interno del partito e noi gli siamo tutti molto grati".

"Abbiamo in mente un'Italia che è come questo giardino - gli ha fatto eco Lia Montalti, consigliere regionale Pd -  verde, europea, con generazioni che si tengono per mano cercando di costruire in questo mondo complesso un futuro migliore. Solo così possiamo affrontare una sfida così difficile. E ce la possiamo fare vincendo, Noi, Enrico, abbiamo già scelto - riferendosi alla campagna elettorale del Pd basata su argomenti che dividono, o si sceglie di stare di qua o di là - e dobbiamo mettercela tutta per far sì che anche l'Italia scelga insieme a noi".

"Io ho avuto l'onore di essere stato accanto a lui alla Camera dei Deputati - ha detto il sindaco di Cesena Enzo Lattuca -  conosco il suo temperamento e la sua capacità di guardare lontano. E' vero, può sembrare poco cattivo e grintoso. Ma davvero, dopo tutto quello che abbiamo visto, pensiamo che siano utili queste caratteristiche? Io penso che l'Italia abbia bisogno di moderazione, rettitudine, di persone serie che abbiano voglia di combattere disuguaglianze e rendere l'Italia un Paese più giusto. Oppure vogliamo la riduzione delle tasse per chi guadagna molto?"

Tutti hanno puntato il dito sul fatto che nessun destino è scritto. "Sarà capitato anche a voi che qualcuno vi chieda se ormai siete rassegnati al fatto che vincerà la Meloni? - ha detto Luigi Tosiano, segretario regionale del Pd - Ecco io dico che noi in questo mese combatteremo per vincere, Comune per Comune, Provincia per Provincia e Regione per Regione".

A rafforzare questa affermazione è arrivato l'intervento di Enrico Letta. "In questo mese faremo la più grande rimonta politica della Storia, perché non è vero che gli italiani hanno la memoria corta e scarsa. Si ricordano tutti che il centrodestra che ora si presenta con Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi è lo stesso che nel 2011 portò l'Italia alla bancarotta. Ma non fu solo un problema di conti pubblici, l'Italia era al collasso sociale con una disoccupazione pari al 31%, tre punti di Pil in meno. Ecco erano loro, gli stessi che oggi, dopo anni di altri governi, tra cui governi tecnici che hanno cercato di rimettere in pari l'Italia, si ripresentano con la stessa faccia, anzi mettendo il loro nome nel simbolo del partito. Noi non permetteremo che l'Italia torni in bancarotta, noi combatteremo e chiediamo alla gente di scegliere: o di qua o di là. E' molto semplice o stai con chi l'ambiente lo vuole proteggere o con chi non ha mai votato una legge a favore. O stai con chi vuole abbassare le tasse a chi ha uno stipendio basso o chi le vuole abbassare a chi prende molto. O stai con chi vuole tenere insieme sostenibilità e sviluppo o con chi di sostenibilità non se ne occupa per nulla. O stai con chi vuole un modello di famiglia com'è nell'Ungheria di Orban o chi vuole affermare i diritti".

Letta si è soffermato soprattutto sul fatto di far capire che il collegio di Cesena è fondamentale. "La scelta qui è tra Bulbi e la candidata della Lombardia - ha spiegato Letta, senza farne nemmeno il nome per rendere ancora più evidente il fatto che a Cesena non la conosce nessuno perché non ha legami con il territorio - Se a qualcuno gli viene in mente di votare un altro candidato, che appartiene a uno schieramento vicino al Pd ma che ora non lo è più, solo perché è simpatico, glielo scriva che è simpatico ma non lo voti perché il candidato non verrà sicuramente eletto ma in questo modo avvantaggia solo il centrodestra. Bisogna far capire a tutti quanto sia importante e fondamentale questo discorso in questo momento". In conclusione Letta ha parlato di come il Pd sia il partito del Noi. "Nel simbolo non abbiamo messo appositamente il nome del segretario nazionale - ha concluso Letta - perché la nostra forza è la comunità. Il segretario cambia, il popolo del Pd resta. Se si affida tutto a un segretario, considerandolo rappresentante unico, e magari questo dice bischerate o fa il patacca si trascina dietro tutti. Nel nostro partito ad avere la forza principale è il Noi. Ricordiamocelo sempre".

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