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"Carriera alias per gli studenti trans al Garibaldi-Da Vinci? Si crea incertezza e confusione"

“Il provvedimento - interviene Nicholas Pellegrini, coordinatore provinciale di Gn - è un ennesimo passo verso la distruzione delle radici e dei principi su cui si fonda la nostra civiltà"

È ferma la posizione di Gioventù Nazionale e Azione Studentesca sulla decisione dell’Istituto agrario Garibaldi-Da Vinci di Cesena di adottare la carriera alias.  “Il provvedimento - interviene Nicholas Pellegrini, coordinatore provinciale di Gn - è un ennesimo passo verso la distruzione delle radici e dei principi su cui si fonda la nostra civiltà. Il regolamento proposto, che avrebbe validità solo all'interno dell'ambiente scolastico e nessun valore legale, non è altro che una fonte di confusione per gli studenti”.
 
La carriera alias è un accordo di riservatezza tra scuola, studente trans e famiglia (nel caso di studente minorenne), attraverso il quale la persona trans chiede di essere riconosciuta e denominata con un genere diverso da quello assegnato alla nascita, ma conforme alla propria percezione di genere.
 
Una scelta, che secondo Giacomo Cenesi, coordinatore di Azione Studentesca Forlì-Cesena, studenti così giovani non hanno gli strumenti per prendere. “Come fa un ragazzo o una ragazza ad appena 14 anni a scegliere così il suo orientamento? La scuola dovrebbe essere un luogo di apprendimento, di crescita personale e di stabilizzazione dell'identità, non un teatro della confusione e dell'incertezza. Immaginare uno scenario in cui gli studenti possono cambiare nome da un giorno all'altro all'interno della stessa classe, senza alcuna restrizione o controllo, è al di là della comprensione”.
 
I due esponenti di GN e AS puntano il dito su una “deriva ideologica della scuola, che usa gli studenti per una battaglia politica. Come possono essere protetti e guidati correttamente se la loro identità può cambiare con la stessa frequenza di una moda passeggera? La scuola deve tornare a concentrarsi sul suo ruolo primario di educare e preparare i giovani per il futuro, anziché introdurre misure che minano la stabilità e l'identità dei nostri giovani. Gioventù Nazionale e Azione Studentesca – concludono Pellegrini e Cenesi - chiedono che la preside ritiri immediatamente la proposta. I ragazzi vanno tutelati, non utilizzati per fare propaganda gender”.

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