Rontagnano celebra il suo patrono: San Biagio
Domenica 2 febbraio a Rontagnano di Sogliano si celebra la festa di San Biagio, patrono della comunità. Un tempo, una tra le parrocchie più popolosa della vecchia Diocesi, più della città di Sarsina. Alle ore 15,30 si terrà la messa solenne presieduta dal parroco di Borghi, e animata nel canto da Cristina Piraccini. Dopo la liturgia propria delle candele del 2 febbraio, la Candelora, si terrà anche la benedizione della gola, della frutta e delle caramelle come è in uso fare per San Biagio. Poi alla quale seguirà il grande rinfresco nel Circolo ricreativo, ex Casa del Fascio, a fianco della chiesa. Momento forte sarà, sempre nel Circolo, un incontro per valorizzare la figura di Padre Agostino Venanzio Reali, originario della vicina Montetiffi, dove vi è una abbazia tra le più belle in Regione. Bartoletti Bruno e Anna Maria Tamburini illustreranno la sua figura di biblista, pittore, scultore, poeta.
"La grande ed elegante chiesa parrocchiale, ricostruita nei primi dell’Ottocento sul luogo dov’era l’antico oratorio del Castello, è collocata sulla cima del monte a 551 metri sul livello del mare, nell’affascinante borghetto; è stata restaurata nel 1998 grazie a un cospicuo contributo del comune soglianese - ricorda don Daniele -. L’esterno non desta particolare attenzione, l’interno invece è molto curato ed armonico, dove si può ammirare la grande pala d’altare settecentesca, restaurata qualche anno fa. Troviamo menzione di Rontagnano e del suo castello nel 1220, dove viene annoverato tra i beni della chiesa sarsinate. Dominato dai Malatesta prima, dal 1432 al 1631 appartenne ai duchi d’Urbino. Una torre del castello, nel XVII secolo, venne riadattata a campanile, che ospita 4 armoniose campane del 1957 della ditta De Poli di Vittorio Veneto".
"Lo strumento poi è pressochè identico a vari esemplari del riminese firmati dal Ricci, per esempio l’organo di San Giovanni in Marignano. Quindi l’attribuzione si può considerare certa, e l’organo diventa settecentesco. Nel 1921 si consumò a Rontagnano l'omicidio del primo fascista, il giovane Enrico Amici, venuto da Cesena per un comizio, ucciso da una schioppettata - prosegue -. Per questo fatto, durante il Ventennio, la piazza del castello fu a lui intitolata. È sempre stata una delle parrocchie più popolose della diocesi sarsinate; sappiamo che nel 1608 gli abitanti erano 546; nel dopoguerra arrivavano a 1300; ora sono 300, servite dal parroco di Montecastello, don Maurizio Macini".