Lo storico Domenico Guzzo racconta gli anni di piombo e la strategia della tensione
Si intitola “Dalla strategia della tensione agli anni di piombo: ‘eversione’ e ‘sovversione’ nella Prima Repubblica” la conferenza che si tiene venerdì 21 febbraio, alle ore 16,30, nella sala Sozzi del Palazzo del Ridotto. Relatore sarà Domenico Guzzo, storico del Novecento italiano e condirettore dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena. L’appuntamento fa parte del ciclo "Dalla Luna alla Terra: una lente d’ingrandimento sugli ultimi trent’anni del ‘900”, promosso dall’Associazione Amici della Biblioteca Malatestiana.
Pur essendo lontane nel tempo, le vicende al centro dell’incontro continuano a essere attuali e ad avere strascichi anche al giorno d’oggi: basti pensare che solo poche settimane fa è concluso il primo grado di un nuovo processo per la Strage di Bologna del 2 agosto 1980. E le malcurate cicatrici di quella sanguinosa stagione di violenze politiche continuano ad infierire sul corpo della nazione.
“In questo senso – anticipa Domenico Guzzo - dopo aver precisato la fondamentale distinzione concettuale tra “eversione” golpista della strategia della tensione (1969-1974) e “sovversione” rivoluzionaria degli anni di piombo (1975-1982) - il cui intrecciarsi nel lungo Sessantotto italiano ha prodotto un fenomeno di estremismo armato ineguagliato a livello occidentale per virulenza, complessità e durata - la conferenza si occuperà di spiegare le basi culturali e le precondizioni che hanno permesso, in tempo di pace democratica, lo sviluppo nel nostro Paese di stragismo nero e guerriglia rossa, per poi concentrarsi sulla descrizione delle loro modalità operative, dei loro obiettivi e della loro parabola esistenziale nel più ampio quadro della “crisi di sistema nazionale”, esplosa negli anni ’70. Verranno messe in evidenza le modalità di repressione adottate dallo Stato italiano (che si spingeranno sino all’adozione delle “leggi d’emergenza”), e la reazione democratica della società civile che impedì il cedimento della nazione al ricatto del terrorismo. Si chiuderà sul come e sul perché ebbero, infine, termine gli anni di piombo, senza tralasciare i lasciti memoriali da allora attivi”.
Domenico Guzzo, storico del Novecento italiano e autore documentarista, è condirettore dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena, consulente scientifico della Fondazione Roberto Ruffilli e membro del Centro di ricerca LUHCIE dell’Università di Grenoble Alpes. Tiene, inoltre, il Laboratorio di Documentazione Storico-Sociale presso il Corso di Laurea in Sociologia dal Campus universitario di Forlì (università di Bologna). Tra le sue principali pubblicazioni in tema di violenza politica e terrorismo: La morte fra la piazza e la stazione. Storia e cultura politica del terrorismo in Italia negli anni ’70 (ed. Agemina, 2008); Un borghese piccolo piccolo. Retaggi patriarcali, crisi economica e violenza diffusa all’alba del 1977 (in "Italia 1977: crocevia di un cambiamento", a cura di E. Taviani; ed. Rubbettino, 2014); L'assordante silenzio "nero" e le ostentate rivendicazioni "rosse": gli antitetici modelli comunicativi dei due terrorismi italiani (in “Terrorismo e comunicazione”, a cura di A. Antinori; ed. FrancoAngeli, 2017); Roma: la chimera insurrezionale e la fine dell’illegalità di massa (in "Il movimento del ’77. Radici, snodi, luoghi", a cura di M. Galfré, S. Neri Serneri; ed. Viella, 2018). Tra i principali film documentari in argomento: 4 AGOSTO ’74. Italicus, la strage dimenticata (2011) e Cittadino Ruffilli (2019).