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Tre imprenditori cesenati alla conquista dell’Argentina del vino

Proprio in Valle de Uco, nella regione vinicola di Mendoza, adagiata fra i vigneti e protetta dalla Cordigliera batte il cuore di una cantina modello tutta cesenate. Si chiama Makia (come magia)

Cesena chiama Mendoza, l’indiscussa capitale del vino argentino, dove il terroir unico, l’alta quota e il riverbero della Ande innevate, regalano emozioni alla vista e i migliori vini del Nuovo Mondo. Proprio in Valle de Uco, nella regione vinicola di Mendoza, adagiata fra i vigneti e protetta dalla Cordigliera batte il cuore di una cantina modello tutta cesenate. Si chiama Makia (come magia), produce Malbec il rosso argentino per antonomasia, Torrontes, un autoctono dai delicati profumi di pesca e agrumi, oltre agli ‘internazionali’ Merlot, Syraz, Sauvignon blank.

La Storia - E’ il 2006 quando tre imprenditori del Cesenate, Luca Branzanti proveniente dal settore del vino, (cantina Bartolini di Mercato Saraceno), Patrk Caminati dal settore della Finanza e della gestione d’impresa e Gianfranco Manuzzi imprenditore nel settore del turismo, decidono il loro viaggio in Argentina alla scoperta di vini di grande carattere e forte espressività, così diversi da quelli che erano abituati a degustare nel “vecchio mondo”. Ed è l’incontro con i vigneti inondati dal sole della Valle de Uco, adagiati e protetti in alta quota dalla cordigliera andina, che cambia loro la vita. Acquistano 100 ettari di terra già parzialmente impiantati a vigna per farne un’azienda vitivinicola modello sfruttando il terroir unico, la bellezza selvaggia della valle, le caratteristiche derivanti dall’altitudine dei vigneti, dall’escursione termica e dall’irraggiamento solare. E perchè no, agevolati e stimolati dalla ridotta burocrazia, dai costi accessibili del lavoro e della terra, in rapporto alle enormi potenzialità espresse.

La magia prende forma. E quello che poteva rimanere un sogno diventa realità. Nasce Makia che in soli 5 anni diventa una realità di riferimento nella Valle di Mendoza, all’interno di un panorama enologico dove imprenditori, wimemaker, e star dello spettacolo di mezzo mondo hanno ormai fissato la loro dorata dimora. Numerose sono le caratteristiche che fanno di Makia un progetto intrigante e di qualità: l’altitudine, il tipo di suolo, l’esposizione solare, lo sbalzo termico tra il giorno e la notte , il tipo di acqua utilizzata per l’irrigazione (acqua di disgelo dei ghiacciai andini), il controllo dell’irrigazione stessa attraverso un sistema “goccia a goccia” automatizzato che consente di gestire lo stress idrico, la vicinanza alle montagne nelle quali si trova un naturale rifugio contro il gelo, le grandi tempeste e le tormente di grandine. E naturalmente la grande esperienza di chi già da quattro generazioni produce vino anche in Italia, unita all’efficienza gestionale e alla valorizzazione di un terroir unico.

Adagiata a 1.200 metri di altitudine la tenuta ha un’estensione di 100 ettari di cui 40 sono già coltivati e in produzione, e 50 ettari sono pronti per essere impiantati. I vigneti impiantati ad altissima densità (8.000 piante per ettaro) consentono di ottenere la massima qualità delle uve che poi danno vita ai vini di Makia. La vendemmia 2011 ha prodotto circa 3.500 quintali di uve, soprattutto Malbec, Merlot e Sauvignon Blanc. La raccolta, rigorosamente a mano, insieme alle tecnologie più moderne e al rigoroso controllo di tutte le fasi del processo di vinificazione, permette di ottenere la massima espressione del terroir. Due le linee di vino, la Linea Classica: Malbec, Merlot, Sauvignon Blanc, Torrontes e la Linea Riserva: Talante Malbec Reserva, Libre Sauvignon Blanc Reserva, con una previsione di vendita a fine 2011 di circa 180.000 bottiglie e un mercato già aperto in 4 continenti, dalle  Americhe, all’Europa, all’Asia, per un progetto destinato a crescere. Ma nell’aria c’è già un’altra sfida.

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