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La cooperativa rilancia il kiwi Hayward: "La produzione è in calo, ma sul mercato è ancora molto richiesto”

Il futuro di Hayward, il più tradizionale tra i kiwi verdi, che ha portato l’Italia fra i maggiori produttori dell’emisfero nord, è stato al centro di una serata organizzata dalla cooperativa Apofruit

Il futuro di Hayward, il più tradizionale tra i kiwi verdi, che ha portato l’Italia fra i maggiori produttori dell’emisfero nord, è stato al centro di una serata organizzata dalla cooperativa Apofruit il 20 dicembre scorso nella propria sede di San Pietro in Vincoli (Ravenna). L’evento ha visto la presenza di oltre una settantina di produttori, chiamati a valutare le opportunità che offre ancora questa coltura, per promuovere nuovi impianti. 

A illustrare perché Apofruit ritiene ancora vantaggioso pensare ad Hayward per eventuali nuovi impianti è Massimiliano Laghi, direttore tecnico della cooperativa, che spiega: “Oggi siamo in una situazione in cui questa cultivar sta subendo una forte contrazione nella produzione in Italia. Dato tale contesto, si stanno creando però interessanti opportunità di mercato, perché si tratta di una varietà comunque ancora molto richiesta da clienti e consumatori, essendo anche la più tradizionale. Per questa ragione, crediamo sia molto interessante valutare l’opportunità di nuovi impianti.” 

Nello specifico, il territorio romagnolo presenta anche particolari vantaggi per lo sviluppo di Hayward. In molte zone, esso ha infatti una buona disponibilità di acqua per l’irrigazione e, soprattutto, non è stato interessato da quei fenomeni di moria che si sono manifestati in altri areali di produzione.  

Ultimo ma non meno importante, le opportunità riguardanti il kiwi verde tradizionale toccano anche l’aspetto economico. “Oltre al classico strumento OCM – conclude Laghi – il produttore che sceglie di fare nuovi impianti di Hayward viene sostenuto anche da un intervento straordinario disposto dalla cooperativa che durerà per tutto il 2024 e che è legato agli aiuti per le zone alluvionate. Grazie a queste misure, il contributo sull’investimento iniziale può arrivare fino al 75%”.  

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