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Cronaca

Il messaggio di Natale del vescovo Douglas: "Un Dio amico, balsamo per le nostre fragilità"

"Senza il Natale, senza un Dio che si fa amico degli uomini, non riusciremo mai a vivere con gioia e con libertà la nostra fragilità", evidenzia il vescovo

"Il Natale è la celebrazione di un'amicizia. Tra Dio e l’umanità, tra Dio e ciascun uomo. Dio in Cristo si fa vicino, si fa amico degli uomini". E' quanto evidenzia il vescovo di Cesena, Douglas Regattieri, nel messaggio di auguri ai fedeli della diocesi cesenate, aggiungendo inoltre che "senza il Natale, senza un Dio che si fa amico degli uomini, non riusciremo mai a vivere con gioia e con libertà la nostra fragilità di uomini, ma piuttosto ne resteremo schiacciati". 

IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO AUGURALE

"La notte di Natale la liturgia propone il testo di Isaia in cui il Bambino-Messia è chiamato “Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace” (Is 9, 5). Perché non aggiungiamo un altro titolo: Amico? Il Natale, infatti, è la celebrazione di un’amicizia. Tra Dio e l’umanità, tra Dio e ciascun uomo. Dio in Cristo si fa vicino, si fa amico degli uomini. Il Concilio Vaticano II ha scritto: “Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé” (DV, 2) evocando il profeta Baruc che parla della sapienza che “è apparsa sulla terra e ha vissuto tra gli uomini” (Bar 3,38). “Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”… e Amico. Che bello vivere il Natale pensando a un Amico che sentiamo vicino. È - l’amicizia - un balsamo alla nostra stanchezza, alla nostra debolezza, alla nostra solitudine, per i nostri giorni amari, per le nostre notti lunghe e tenebrose, ai nostri passi spesso incerti e faticosi. 

“L’amicizia è il luogo dove qualcuno si prende cura della tua vulnerabilità, della tua umanità primaria. (…) L’amicizia danza tra forza e fragilità. Fa scoprire la propria fragilità, fa accettare di essere vulnerabile, ma anche di poter contare sulla forza dell’amico. (…) Con l’amico non si supera la fragilità, ma la si assume e la si accetta. Nello sguardo povero, nella nudità dell’essere, nella somiglianza del cuore. (…) L’amico non ti condanna, ma neppure ti assolve incondizionatamente. Ti guarda con l’occhio limpido del medico che non si stupisce di nessuna infermità. Ti sta vicino, disposto a perdere stima per guadagnare te. Cammina con te, fino a che tu non abbia più paura” (E. Ronchi). 

Così è l’amicizia degli uomini; tanto più quella divina, perché Essa conserva la caratteristica dell’assoluta fedeltà, non viene meno, non si stanca di accompagnarci, discreta, silenziosa, ma vera, forte e certa. Un Dio amico è il Natale. Un grande Padre della Chiesa aveva descritto il rapporto di amicizia di Dio con gli uomini con queste parole: “Dio ricerca il servizio degli uomini per avere la possibilità, lui che è buono e misericordioso, di riversare i suoi benefici su quelli che perseverano nel suo servizio. Mentre Dio non ha bisogno di nulla, l’uomo ha bisogno della comunione con Dio” (Sant’Ireneo).

Alla domanda: per cosa spendi la tua vita? Un giovane scrittore contemporaneo risponde: “Per difendere la bellezza delle cose fragili”. Quel giovane scrittore ama molto Leopardi e, citandolo, approfondisce: “Uno dei segreti per riparare e ripararsi, è l’amicizia… Senza amici l’arte di essere fragili è impossibile” (Alessandro D’Avenia). Parafrasando, noi credenti, discepoli del Signore, ricchi del patrimonio di fede che possediamo dalla Rivelazione, possiamo dire che senza il Natale, senza un Dio che si fa amico degli uomini, non riusciremo mai a vivere con gioia e con libertà la nostra fragilità di uomini, ma piuttosto ne resteremo schiacciati.  È il mio augurio: che Gesù di Nazaret sia oggi per ciascuno di voi, per le vostre famiglie, per gli ammalati e per tutti noi deboli nel corpo e nello spirito, il Dio Amico che profuma di soave odore, con la sua vicinanza, l’amarezza delle nostra fragilità".

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