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Cronaca

Caso Golinucci, il gip si riserva la decisione sull'archiviazione. L'avvocata Iannuccelli: "Sgretolato l'alibi di Boke"

In tribunale a Forlì si è svolta l'udienza in cui gli avvocati Barbara Iannuccelli e Nicodemo Gentile hanno esposto con veemenza le ragioni dell'opposizione alla richiesta di archiviare

Non è arrivata martedì pomeriggio la decisione del gip del tribunale di Forlì che si è riservato la decisione sulla richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero sul caso della scomparsa di Cristina Golinucci. In tribunale a Forlì si è svolta l'udienza in cui gli avvocati Barbara Iannuccelli e Nicodemo Gentile hanno esposto con veemenza le ragioni dell'opposizione alla richiesta di archiviare, una decisione che metterebbe una 'pietra tombale' sulla scomparsa della 21enne di Ronta. Poi in udienza c'è stata la replica del pm.

L'indagine è per omicidio a carico di ignoti. Iannuccelli e Gentile sono i legali ma anche gli 'angeli custodi' di Marisa Degli Angeli, la mamma della ragazza cesenate. Come è ormai noto, Cristina è sparita nel nulla il primo settembre 1992 nel parcheggio del convento dei frati cappuccini di Cesena.

"Lo Stato mi chiede scusa, ma a me le scuse non bastano", ha detto mamma Marisa all'ingresso del tribunale. La decisione del gip arriverà tramite pec ai legali nelle prossime ore. L'avvocata Barbara Iannucceli ha preso a cuore la vicenda di Marisa Degli Angeli ed è andata a ristudiare tutti gli atti fino a trovare alcuni buchi e criticità che le hanno permesso di chiedere una nuova riapertura dell'indagine. 

"Boke nella sua stanza ha potuto violentarla, sopprimerla e poi portarla fuori"

"Abbiamo fatto un'operazione immane - spiega l'avvocata Iannuccelli - grazie all'aiuto del professor Giampiero Benedetti, perito nel processo sulla strage di Bologna, abbiamo ripreso in mano l'intercettazione in carcere tra Boke e padre Lino, abbiamo 'ripulito' l'audio per poter trascrivere nuovamente il contenuto. La frase è 'Tu non eri mica andato in convento?'. Una frase che va a disgregare l'alibi di Boke, padre Lino ha sempre affermato che l'africano non avrebbe avuto il tempo per fare del male a Cristina. Ma ci sono tante crepe in questa versione, infatti è emerso che Boke aveva le chiavi del convento, entrava e usciva anche di notte, dormiva in una stanza singola. Non era affatto una persona sommessa, era autonomo e guidava l'auto anche se privo di patente".  

marisa a chi l'ha visto

I sospetti nei confronti dell'africano si moltiplicano, nel 1994 Boke fu condannato per stupro. "La mia teoria - spiega ancora la legale di Marisa Degli Angeli - è che quel giorno Emanuel Boke sapeva che sarebbe arrivato qualcuno al convento, nessun testimone ha sentito delle urla, probabilmente gli occhi di Boke sono gli ultimi occhi che la povera ragazza ha visto. Boke nella sua stanza ha potuto violentarla, sopprimerla e poi portarla fuori, le indagini hanno appurato che guidava l'auto anche senza patente".

"Come ha detto Marisa le investigazioni hanno scoperchiato un immondezzaio, a Cesena in quegli anni hanno gravitato diversi maniaci che hanno fatto del male alle donne". Boke in questo momento è ricercato in Francia, ed "è difficile che dal '92 al '94 abbia gestito da solo questa cosa". "La Procura va solo ringraziata - afferma l'avvocata Iannuccelli - ci fossero stati questi inquirenti all'epoca il caso sarebbe stato risolto in tre giorni. La preoccupazione di Padre Lino era quella di essere accusato di non aver vigilato. Ricordo che Boke nel '94 è stato arrestato per aver violentato due donne, in strada e in pieno giorno. Non possiamo accettare che si dica 'sono passati 30 anni', molte cose nelle indagini non sono state attenzionate. Nonostante tutto Marisa è contenta perché vede il nostro grande impegno, in questo caso con la Procura non c'è contrapposizione e si è preso atto che ci furono lacune investigative".

L'incontro con il Prefetto

In occasione della Giornata nazionale delle persone scomparse, il Prefetto di Forlì-Cesena Rinaldo Argentieri ha incontrato in Prefettura i rappresentanti di Penelope, l'Associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse. Tra questi, anche Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina Golinucci, scomparsa 31 anni fa da Cesena, alla quale il Prefetto ha espresso vicinanza e solidarietà, riconoscendo il coraggio e la tenacia del suo impegno di tanti anni nell'associazione. Il presidente nazionale di Penelope, Nicodemo Gentile e la presidente regionale Barbara Iannuccelli hanno illustrato al Prefetto le finalità e le linee di azione di Penelope, meritoriamente impegnata a dare sostegno, umano, legale e psicologico, alle famiglie delle persone scomparse. Il Prefetto ha condiviso con Penelope la necessità di una sempre più stretta collaborazione delle Istituzioni con le famiglie e l'Associazione, valorizzandone il prezioso contributo.


 

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