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Cronaca

Sono donne e sono una coppia. Si sposeranno in Canada

Non hanno fatto nulla di male, ma per il momento la coppia di due donne che ha rilasciato l'intervista comparirà come A e B. Hanno intrapreso quello che potrebbe essere definito uno dei nuovi sentieri delle pari opportunità

Non hanno fatto nulla di male, ma per il momento la coppia di due donne che ha rilasciato l'intervista comparirà come A e B. Hanno intrapreso quello che potrebbe essere definito uno dei nuovi sentieri delle pari opportunità. Abitano e lavorano a Cesena da anni e sono una coppia di fatto: convivono, “si amano” e vorrebbero sposarsi come tutte le coppie.

Dite la verità, vi manca qualcosa del rapporto con un uomo?
B: “Assolutamente no”.
A: “Neanche a me. Per me gli uomini sono molto più leggeri e semplici e la vita con un uomo magari è più... facile. Tra due donne ci sono tante complessità, ma anche tanta comprensione in più perché siamo fatte uguali. Non manca nulla a me e neppure alla mia fidanzata... Altrimenti avremmo scelto un uomo”.

Siete una coppia di due ragazze e avete deciso di sposarvi. Perchè?
A:“Stiamo insieme da circa 5 anni e abbiamo deciso di sposarci perché crediamo nella famiglia come unione, naturalmente non in senso classico, ma ci sentiamo tali. Per le nozze avevamo pensato di andare a Las Vegas, ma opteremo per il Canada perché là il matrimonio tra due donne è riconosciuto”.
B: “Per la data, al momento, il piano è quello di sposarsi a settembre di quest'anno”.

Vi siete rivelate anche sul lavoro e nella vita quotidiana?
A: “Io sono quasi otto anni che lavoro nello stesso ambiente... all'inizio facevo fatica ad espormi perché temevo di trovare problemi. Poi penso di essermi fatta conoscere come persona al di là dei gusti sessuali e sul lavoro penso di essere stimata per quello che faccio. Così sono riuscita a uscire allo scoperto. Sono stata accettata anche se non subito da tutti; infatti nel pensiero di qualcuno c'è l'idea che sia una malattia, ma io penso che l'amore vada oltre il sesso.
B: “Io non mi sono mai posta la questione. E se quando lo dico qualcuno storce il naso non è un problema mio”.

Avete già detto alle vostre famiglie le vostre preferenze sessuali?
A: “Io l'ho detto a 20 anni a mia madre e a mio fratello. E hanno compreso, certo non hanno festeggiato, ma mi hanno amato allo stesso modo. Ma non l'ho detto agli altri componenti della famiglia perché sarebbe stato un impatto forte sulle aspettative visto che sono l'unica figlia femmina e anche per un padre poteva essere una cosa pesante. Però ho continuato ad educare mia madre; i genitori vanno educati a comprendere che siamo gli stessi figli di prima. Ed è difficile per un genitore dover pensare che non potranno avere nipoti, ma su questo ci lavoreremo (ride).
B: “I miei invece non lo sanno anche perché sono del sud (ride) e hanno una mentalità più chiusa e quindi ho preferito così”.

L'Italia secondo voi tra quando sarà pronta ad aprirsi?
A: “Tra molto. Al momento si sente parlare molto di emarginazione e la Chiesa ha un forte presa sulla cultura; la mia stima è che ci voglia almeno una decina di anni. E magari rifaremo l'intervista con i nostri veri nomi. Io non avrei problemi neppure oggi, ma non si sa mai perché c'è ancora troppa chiusura; non si chiede di essere più o meno di altri, ma solo alla pari”.

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