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Consiglio, Lucchi difende lo Scout Street: "Non cambia niente rispetto a prima"

Nel corso del Consiglio comunale di giovedì pomeriggio, in apertura dell'assise, il Sindaco Paolo Lucchi ha dato risposta all’interpellanza urgente presentata dal consigliere Marco Casali di “Libera Cesena” in merito alla adozione del sistema “Street Scout”

Nel corso del Consiglio comunale di giovedì pomeriggio, in apertura dell'assise, il Sindaco Paolo Lucchi ha dato risposta all’interpellanza urgente presentata dal consigliere Marco Casali di “Libera Cesena” in merito alla adozione del sistema “Street Scout” da parte della Polizia municipale. Lucchi nella sua risposta spiega che “il sistema non altera le attività di accertamento, ma al contrario consente di ridurre gli errori”. Fra le altre informazioni fornite, anche l’indicazione delle città che hanno già adottato questo sistema: si tratta di Bologna, Genova e Firenze.

Dice Lucchi: “Il sistema introdotto non altera, non aggiunge e non modifica le attività di accertamento delle violazioni per soste vietate da parte della Polizia municipale. Si tratta, semplicemente, di una dotazione tecnica che supporta le attività di accertamento e favorisce una semplificazione nella fase di alimentazione del sistema di gestione del procedimento sanzionatorio in uso alla Polizia municipale. E ciò poiché molti dati vengono rilevati direttamente dal sistema, senza la necessità di trascriverli da parte degli agenti. Questa forma di automazione, inoltre, consente di ridurre gli errori dovuti a trascrizioni ed i tempi di inserimento, incrementando le prove dell’accertamento e riducendo, quindi, l’eventuale contenzioso. Per i cittadini non vi sono variazioni significative: neppure ora le auto possono impunemente essere collocate in divieto di sosta e, come lei sa bene, a Cesena la stragrande maggioranza dei cittadini tende sempre a rispettare le regole”.

“Personalmente ritengo che il sistema non sia particolarmente invasivo: sarà semplicemente utilizzato per i controlli che in passato venivano fatti “con blocchetto e penna” – rendendoli quindi più efficaci – mentre, relativamente alla privacy, tutte le attività sono garantite dal rispetto delle relative norme vigenti. Infatti, le immagini saranno gestite per trattenere solo la parte che è necessaria alla documentazione della prova e per il periodo strettamente necessario, procedendo alla cancellazione o all’oscuramento di tutto il resto. Anche la sua preoccupazione di futuri contenziosi, a me pare infondata: la prova fotografica, la registrazione vocale dell’accertamento e gli altri dati rilevati, daranno infatti origine ad un verbale che sarà firmato dall’agente accertatore. Ciò consentirà di supportare l’accertamento con maggiori elementi oggettivi rispetto al passato, rendendo più facilmente individuabili eventuali errori e creando così anche un’ulteriore tutela per i cittadini”.

Infine i costi. Lucchi spiega che “Lo strumento è stato acquistato nel 2014 per un costo di 42.151 euro (iva compresa). A questi si è aggiunto un costo dell'applicativo interfaccia di 610 euro (iva compresa) ed un costo di formazione del personale di 1.450 euro (iva compresa). Ma sarà bene che sappia che la Regione Emilia-Romagna (con uno specifico Accordo di programma) ha finanziato il 70% dell'acquisto”.

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