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Scarabei e coleotteri, come tenerli lontano dalle abitazioni

Un ospite indesiderato di fine estate, ma innocuo per la salute. In questi giorni alcuni cittadini che vivono in ambienti rurali o in zone più periferiche hanno segnalato la presenza degli animali

Un ospite indesiderato di fine estate, ma innocuo per la salute. In questi giorni alcuni cittadini che vivono in ambienti rurali o in zone più periferiche confinanti con terreni agricoli hanno segnalato al Servizio di Igiene Pubblica dell’Azienda Usl di Cesena la presenza di un piccolo coleottero della famiglia degli Scarabei nelle loro case o nelle immediate adiacenze.
 
“Si tratta di un piccolo insetto nero, innocuo per l’uomo, che preso singolarmente o in pochi esemplari può semplicemente destare la nostra curiosità – spiega Claudio Venturelli, entomologo dell’unità operativa di Igiene Pubblica – ma che in gran numero crea qualche disagio a chi se lo trova in cucina, camera da letto o sul divano. Il suo nome scientifico è Carterus fulvipes, si sviluppa nei campi di carote, sedani, finocchio, anice e aneto, dove sopravvive sia come larva che come adulto cibandosi delle sementi o altre parti delle piante attaccate. Finché la coltura è in campo, l’insetto in questione rimane lì, ma quando per ragioni agronomi le piante vengono tagliate e raccolte, si sposta in gran numero camminando sul terreno o volando fino ad arrivare alle case più vicine”.
 
Lo scarabeo ha abitudini notturne: di giorno è poco visibile, ma di notte, attratto dalle luci, si attiva.  Le prime segnalazioni nel territorio risalgono al luglio del 2008 a Pievesestina in un campo di finocchio da seme, successivamente ne sono giunte altre da zone della Provincia e della Regione.
 
“Non bisogna preoccuparsi per la salute – sottolinea il dottor Venturelli – perché da questo punto di vista Carterus fulvipes è innocuo, ma si deve cercare di arginare il problema mettendo in atto alcune strategie. Prima di tutto, deve intervenire l’agricoltore che si accorge di averlo nel proprio terreno facendo adeguati trattamenti con prodotti specifici (sembra molto valido l’impiego di Cipermetrina microincapsulata), ma anche i cittadini devono fare la loro parte. Può essere utile creare una sorta di trappola accendendo una luce, attorno alla quale applicare la sostanza insetticida in maniera mirata, in un punto del giardino: l’insetto è attratto dalla luce e così incappa nella sostanza per lui letale. Attenzione, però: gli insetticidi chimici, se impiegati senza le dovute cautele, possono creare danni collaterali. E’ bene quindi farsi consigliare da coloro che vendono i prodotti, ma anche da ciò che è riportato in etichetta”.
 
Carta di identità di Carterus fulvipes: è un fitofago (equivale a dire “vegetariano”) che si ciba esclusivamente dei semi di ombrellifere (Apiaceae), sia da larva, che da adulto; è una specie diffusa nella regione Mediterranea occidentale e compie un’unica generazione annuale. La riproduzione e la deposizione delle uova avviene nella tarda primavera e le larve si sviluppano in estate, in circa 2-3 mesi. Nei mesi di agosto e settembre sono presenti gli adulti, che hanno abitudini notturne e sono attivi volatori, attratti dalle luci artificiali. La loro avanzata può essere limitata anche con lo spegnimento delle luci dei giardini e dei lampioni stradali.
 

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