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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Promesse nel fango, troppi ritardi del Governo", la Cgil porta a Roma la protesta degli alluvionati

Maria Giorgini Segretaria Generale Cgil Forlì Cesena: “Sono trascorsi più di quattro mesi dall’alluvione che ha sconvolto il nostro territorio ma gli aiuti da parte del Governo tardano ad arrivare"

Il prossimo 26 settembre la Cgil Emilia Romagna porterà nella Capitale la protesta delle popolazioni colpite dall’alluvione dello scorso maggio per chiedere al governo le risorse necessarie alla ricostruzione, per famiglie, aziende e per la messa in sicurezza del territorio. Quello che all’inizio era stato pensato come un presidio, si è trasformato in manifestazione viste le numerose e inaspettate adesioni ricevute. Dalla regione si muoveranno circa 9 pullman, oltre ai treni e ai mezzi privati. 

"Saremo a Roma per rivendicare le ragioni delle popolazioni alluvionate dell'Emilia e della Romagna, di fronte a una risposta che a nostro avviso è stata fino adesso assolutamente inadeguata", ha detto Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil regionale durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “C'è un tema risorse che resta aperto. Quelle annunciate non sono sufficienti a coprire la totalità dei danni subiti da lavoratori, pensionati, famiglie e imprese. I 600 milioni di euro annunciati coprono a malapena un ottavo dei danni sommariamente registrati. E’  ormai chiaro che queste risorse insufficienti arriveranno  nel 2024. Grave la decisione di rimborsare al 100% i danni nel limite  di 40 mila euro i danni subiti dalle imprese, ciò significa che molte attività non potranno ripartire- E se questo è il preludio all’ordinanza delle famiglie c’è di che essere molto preoccupati. Altrettanto  grave è la mancanza dell’organico necessario per gli adempimenti burocratici, i controlli e tutto ciò che serve per ripartire nella legalità. La ricostruzione per noi deve essere anche un'occasione di ripensare il modello di sviluppo di questo territorio attraverso anche la partecipazione della popolazione e delle parti sociali. Per farlo abbiamo bisogno di una interlocuzione e di un confronto costante con la struttura commissariale e anche con il governo. Per questo andiamo a Roma e non ci fermeremo finché non vedremo fatti concreti". 

Maria Giorgini Segretaria Generale Cgil Forlì Cesena: “Sono trascorsi più di quattro mesi dall’alluvione che ha sconvolto il nostro territorio ma gli aiuti da parte del Governo tardano ad arrivare. Abbiamo assistito ad una serie di ritardi, a partire dalla nomina del Commissario per l’emergenza, avvenuta dopo più di un mese dalle esondazioni. Servono più di 8,8 miliardi di euro per risarcimenti e la ripartenza e prevenzione del territorio ma per ora purtroppo quello che abbiamo ricevuto sono solo provvedimenti, tante promesse e risposte vaghe. Solo nella Provincia Forlì-Cesena, duramente colpita anche dalle frane e smottamenti, sono stati individuati 551 interventi di somma urgenza con l’inverno che si avvicina e l’intensificarsi delle piogge la paura tra la popolazione cresce. 
L’Emilia-Romagna e la sua gente non sono rimasti immobili in attesa dei ristori promessi dall’esecutivo; anche come CGIL, insieme a numerose associazioni, abbiamo cercato soluzioni e modi per aiutare la popolazione colpita dall’alluvione: spalando fango e con i turni nei centri di distribuzione. Adesso però servono i ristori al 100% promessi dalla Presidente del Consiglio. Chi ha perso tutto non può sobbarcarsi tutte le spese per la ricostruzione. Non è giusto.
Servono gli aiuti e servono subito: basta promesse vane. Saremo al fianco delle famiglie colpite dall’alluvione anche per le mobilitazioni future, territoriali e nazionali, fino a quando le persone non riceveranno ciò che serve per la ripartenza”.

Marinella Melandri  segretaria della Camera del Lavoro di Ravenna ribadisce che la situazione sociale sta diventando esplosiva e che la pazienza delle popolazioni è finita: “Le persone sono stanche, stremate e iniziano ad arrabbiarsi, In provincia di Ravenna ci sono comuni che hanno subito l'allargamento del 60% del territorio, con oltre il 50% della popolazione danneggiata, 18 mila famiglie hanno presentato richiesta di risarcimento che non si sa se e quando arriverà comportando l’impossibilità per le persone di riprendere il corso della propria vita. Viviamo in un territorio che vanta una tradizione di cooperative agricole di braccianti che rischia di scomparire a causa di questa gestione irresponsabile dei ristori. Lo stato deve dimostrare di esserci e lo deve fare subito perché il tempo non è una variabile secondaria”. 

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