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Cronaca

"La redazione era in casa, poi andavo alle Poste per la spedizione", inventò la prima rivista di cucina che compie 40 anni

Elsa Mazzolini racconta: "All'inizio mi aiutò Gino Angelini, ora uno dei primi chef d'America. E poi sono andata subito da Gualtiero Marchesi a Milano, con il quale ho mantenuto preziosi rapporti fino alla sua scomparsa"

"La Madia" compie 40 anni. La prima rivista in Italia specializzata nel settore food è nata a Cesena nel giugno del 1984 per idea e volontà di Elsa Mazzolini, giornalista cesenate che aveva già maturato esperienze importanti per il Giornale di Indro Montanelli e servizi per la Rai. Figlia di albergatori e ristoratori, Elsa Mazzolini si accorse, prima degli altri, che mancava una rivista che si occupasse in modo specifico e tecnico della ristorazione italiana, in rapporto anche con quella estera. Adesso che siamo subissati da blog, siti di ricette, dirette televisive dalla cucina, sembra impossibile che nessuno ci avesse mai pensato, ma 40 anni fa il settore era ancora vergine. L'appassionata curiosità e il fiuto imprenditoriale di Elsa Mazzolini l'orientarono nella direzione giusta, aprendo una rivista specializzata che parlasse di chef agli chef e di cucina agli appassionati di cucina.

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Elsa, 40 anni fa è stata una vera pioniera, che ricordi ha?

Avevo la redazione in casa e mi ricordo che venivano gli amici cuochi ad aiutarmi ad applicare a mano le etichette sulle riviste da spedire ad abbonati e operatori professionali. Stampavo ancora a caratteri mobili su piombo (sembra preistoria) a Rimini e poi si andava alle Poste di Forlì a fare la spedizione. La prima spedizione, se non ricordo male, era già intorno alle 5 mila copie. Il clima umano di allora era particolarmente bello da vivere, giravano molti meno soldi di adesso ma c'era tanta passione autentica. Le amicizie coltivate in quel periodo sono rimaste amicizie forti. E poi anch'io stavo vivendo un momento particolare: praticamente ho aperto La Madia e ho fatto mia figlia insieme, nello stesso momento. C'era un po' di follia, tanta passione e, devo dire, altrettanta voglia di dare voce ad un comparto che non ne aveva. 

Negli anni ha raccolto vari primati e premi. Qual è quello a cui tiene di più?

Io non ho la fortuna di compiacermi e non riesco mai a dire: sono arrivata, alè che bello...Anche perché per natura non  mi accontento mai  dei risultati ottenuti. Quello che mi riconosco è di aver fatto prima di tutti una cosa che adesso è purtroppo un po' inflazionata.  Grazie a La Madia ho inaugurato la prima rubrica fissa sull’olio,una sul vino con Gianfranco Bolognesi (a cui avevo affidato le pagine), e poi reportage italiani ed esteri con tanti grandi giornalisti,da Burton Anderson ad Angelo Betti, da Veronelli a Luigi Cremona ... E mi compiaccio anche di altri giganti che hanno collaborato alla Madia, uno tra questi è Tonino Guerra. La Madia ha anche il primato di aver organizzato la prima scuola di cucina: l'"Aula Magna" di fronte all'Orogel (la loro prima lezione sia Marchesi che Vissani l'hanno fatta qui, così come tanti altri protagonisti di oggi) e poi il primo Festival della Cucina Italiana che è arrivato, per esempio, fino a Londra, in Sicilia, all'Isola d'Elba, sempre con enorme affluenza di pubblico.  Devo dire che c’è chi ha riconosciuto un certo valore nel mio lavoro e infatti sono stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica, mi sono stati assegnati, tra gli altri, il premio Furore, il premio Mediterraneo e il premio internazionale Portonovo per il giornalismo, Cesena mi ha  conferito il  "Nemo propheta in patria”, ma quello a cui sono più legata è il premio Veronelli, nella sezione cultura. Sono stata la prima donna a riceverlo e ne sono veramente orgogliosa, anche per il livello eccellente della giuria che ha voluto scegliermi.

Ma c'è qualcuno che ti ha aiutato all'inizio?

Sì, Gino Angelini, ora uno dei primi chef d'America, mi è stato vicino nei momenti iniziali dandomi consigli preziosi. E poi sono andata subito da Gualtiero Marchesi a Milano, con il quale ho mantenuto preziosi rapporti fino alla sua scomparsa. Ho imparato tantissime cose da un genio come lui, anche perchè io, per scrivere di cucina e di chef, stavo ai fornelli insieme a loro, facevo i loro orari. Anzi, spesso, ho trascorso le mie ferie in cucina; ho anche aperto il Ristorante Italia su incarico del  nostro Governo durante l’Expò Mondiale a Lisbona, riscuotendo grande successo internazionale,quindi non sono la giornalista che si limita a scrivere. Ora i giovani pensano che sia un gioco fare gli chef ma,  soprattutto per comprovata esperienza personale, posso affermare che è un lavoro molto duro, fatto di sacrifici, costanza e tanta dedizione.

La Madia è nata a Cesena ma ha guardato subito fuori regione. Perché?

Fondai  la rivista  collegandomi con  l'Associazione cuochi di Rimini, senza aiuti finanziari o politici, basandomi solo sulla ricerca pubblicitaria. Ma la Romagna mi stava stretta, perché secondo me la mia rivista doveva rappresentare tutta la cucina italiana. E così le collaborazioni con le grandi aziende italiane sono state funzionali allo scopo. 

Ora la Madia è anche Social...

Per il giornale io ho sempre voluto un format di altissima qualità, collaborazioni prestigiose, carta pregiata, una veste adeguata a un certo tipo di pubblico. Pensa che non esistono gabbie fisse per impostare le nostre pagine, è un lavoro artigianale che  si sviluppa di volta in volta in redazione. Però è arrivato anche il tempo dei Social. E così ho un gruppo di giovani che gestisce Instagram e Fb per la redazione e per società esterne. Collegato al portale de La Madia c'è anche un sito, gestito da mia figlia Giorgia, che si chiama Cuocicuoci.com con 2000 ricette, rubriche di nutrizionisti, consigli utili. Mentre l'altra figlia, Maria Chiara, a capo del team La Madia Comunicazione, si occupa della gestione Social per ristoranti, aziende vinicole, hotel, bar, e pasticcerie. Ho saputo proprio adesso che abbiamo vinto il premio di Dammiundrink.it per il miglior uso dei Social nella sezione Cocktail bar a Beer&Food Attraction di Rimini per un nostro cliente di Premilcuore. Le ragazze si stanno specializzando anche nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale...

Come festeggerete l'anniversario?

Per i 30 anni avevo fatto realizzare un rilievo in argento sulla copertina de La Madia e avevamo creato un grande evento, per i 40 anni festeggeremo sicuramente, ma ancora non so. Solitamente abbiamo organizzato feste grandiose, ma questa volta mi sa che penserò a più feste piccole perché ho una serie di proposte interessanti: in un castello a Parma, in un altro spazio a Pesaro, in un resort in Puglia...

Ti sei mai stancata?

No perché faccio qualcosa di diverso tutti i giorni e che amo. Ora per esempio ho un contatto con un'azienda medica e devo creare un rapporto tra stomizzati e chef che cucinino per loro. Un progetto molto interessante. C'è sempre da imparare e la passione non mi ha mai abbandonato.

Un rimpianto?

Più che un rimpianto c’è che non ho mai capito perché Cesena non  abbia colto l'occasione di fare suoi questi primati della Madia, ma c’è ancora tempo... magari prima dei 50?

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