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Piatti e bicchieri di plastica richiesti alle famiglie negli asili? L'assessore: "Non è vero"

Non si sono richieste di materiale di consumo nelle scuole materne di Cesena. E' quanto sostiene l'Assessore ai Servizi per le Persone Simona Benedetti

Non si sono richieste di materiale di consumo nelle scuole materne di Cesena. E' quanto sostiene l’Assessore ai Servizi per le Persone Simona Benedetti nel Consiglio comunale di giovedì, in risposta all’interpellanza della consigliera Natascia Guiduzzi sulla situazione delle scuole materne statali.

Dice Benedetti: “Prendo atto di come siate da anni interpellati da genitori indignati che lamentano  richieste da parte delle scuole di materiale di consumo che non viene affatto utilizzato nelle scuole di Cesena, siano esse statali o comunali, come piatti, bicchieri e tovaglioli di carta: come sanno bene le famiglie, a Cesena dal 1986 tutti i bambini, a cominciare dal nido, consumano i pasti utilizzando piatti di ceramica, bicchieri di vetro e tovaglioli di cotone personali. Inoltre, il Comune fornisce a tutte le scuole di Cesena le tovaglie e la carta igienica. In tutte le scuole dell’infanzia, ogni bambino ha un proprio asciugamano personale che le famiglie forniscono e cambiano ogni tre giorni, come da prescrizione dell’AUSL”.

A Cesena le scuole dell’infanzia statali sono 18 e accolgono 1.247 bambini, quelle comunali sono 9 e accolgono  662 bambini, quelle private/paritarie sono 5 e accolgono 434 bambini. Complessivamente i bambini di 3-6 anni che frequentano le 32 scuole dell’infanzia della città sono 2.343. Benedetti ricorda che “il Comune investe per le scuole dell’infanzia 6.500.000 euro: 4.000.000 circa per la gestione diretta delle 9 scuole dell’infanzia comunali, provvedendo in questo caso ai costi per il personale (insegnanti e ausiliari), per la refezione (cuochi e cucine) e a tutti gli altri costi relativi alla gestione educativa, didattica, assistenziale dei bambini. 2.500.000 euro sono destinati dal Comune alle scuole dell’infanzia statali, in particolare per i costi della refezione scolastica (che è in capo al Comune per tutte le scuole di ogni ordine e grado), per il sostegno alla disabilità e per alcune altre spese. Quali? Pur in assenza di alcun obbligo normativo, infatti, il Comune di Cesena ha sempre erogato per ogni bambino iscritto e frequentante le scuole dell’infanzia statali un contributo per favorire lo sviluppo dei progetti pedagogici/didattici”.

Le scuole dell’infanzia statali ricevono dal comune 24 euro a bambino all’anno (per un totale di 30.000 euro) per materiale di consumo/iniziative (contributo non previsto da nessuna legge). A questo contributo si aggiungano 72.000 euro annui assegnati alle dirigenze scolastiche per sostenere le spese relative al materiale di consumo. Conclude Benedetti: “Inoltre, il Comune garantisce il porzionamento in mensa per la distribuzione del pasto, assicura l’assistenza alla disabilità per bambini gravi e gravissimi (come in tutte le altre scuole di ogni ordine e grado), il materiale per il pronto soccorso (che dovrebbe essere in capo alle dirigenze scolastiche), gli arredi nel caso di sezioni di nuova istituzione, gli ausili per i bambini disabili, le attrezzature per esterni. Sono in capo al Comune, naturalmente, le manutenzioni straordinarie ed ordinarie di tutte le 60 scuole comunali di proprietà ivi comprese tutte le scuole dell’infanzia comunali e statali. Attraverso il CDE il personale delle scuole statali può partecipare, gratuitamente, alle formazioni e agli aggiornamenti”.

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